Gracco
(Angiolo Gracci)
Brigata Sinigaglia
252 pagine € 14,00           ISBN  88-8292-290-0
Brigata Sinigaglia  fu il primo libro sulla lotta armata di liberazione ad uscire in Italia alla fine della guerra. Le 10.000 copie di quella prima edizione – curata dal Ministero dell’Italia occupata – andarono ben presto esaurite. Ne furono realizzate altre due edizioni, negli anni ’70 e nel 1995, ormai introvabili.
Questa quarta edizione vede la luce a due anni dalla scomparsa dell’Autore, ma con una nuova appendice rivolta ai giovani, da Lui voluta e curata da chi ne ha raccolto l’eredità ideale: la sua Margherita e i suoi compagni di oggi.
Gracco non è più fisicamente tra noi, ma restano l’ insegnamento, i valori e il coraggio di tutta la sua vita testimoniati da tutti coloro che quell’esempio di coerenza ebbero la fortuna di conoscere direttamente e dalle pagine di Brigata Sinigaglia.
Così scriveva Gracco a corredo della edizione del 1995:
«In cinquant’anni i valori e gli ideali dell’antifascismo e della guerra di Liberazione, lo slancio e l’eroismo di chi seppe scegliere la lotta armata fianco a fianco dei lavoratori e dei giovani di tutto il mondo, i sacrifici e le speranze di tutto un popolo sono stati via via sfumati, abbandonati e, più tardi, avviliti a oggetto di pura celebrazione rituale e retorica. Più recentemente il trasformismo – storico e politico – ormai sfrenato, senza più ritegno e memoria, sta operando concretamente per rovesciare quell’esperienza straordinaria che si concretizzò parzialmente nella Costituzione repubblicana. Con la demagogia della “pacificazione nazionale” – proposta e accettata — non si legittimano soltanto il genocidio e i crimini, non solo si mettono sullo stesso piano carnefici e vittime, ma si ridà piena cittadinanza ad una concezione del mondo, ad una filosofia perversa dei rapporti umani e sociali fondata sull’egoismo, sulla rapina, sulla violenza, di cui la cultura e la politica del nazifascismo furono nient’altro che una rappresentazione storica più scopertamente scellerata, ma di cui tantissime riprove sono venute in questi cinquant’anni sotto altre bandiere. La mala pianta del nazifascismo fu abbattuta una volta dalla lotta dei popoli, ma è la sua radice imperialista che occorrerà estirpare.
E, invece, l’opportunismo più sciatto – incapace di comprendere le modificazioni della realtà, ammantato di “ragionevolezza” e di pragmatismo – ha consentito a questo cancro di attecchire nuovamente, anche mascherandosi demagogicamente dietro populismo e sfrenate “libertà”. Le coscienze e la realtà, prive di un riferimento positivo, ne sono risultate devastate. Ultimo argine è restata la Costituzione in cui, in una certa misura, furono trasfusi ideali e valori della guerra partigiana. E unica speranza possono essere i giovani, se al loro slancio e alla loro freschezza – finalmente – vengono nuovamente indicati valori, idee-forza, obbiettivi verso cui impegnare concretamente la loro generosità.
Ad essi questo libro è rivolto».