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Co.Ge.Mil.
                                                             
COMITATO  GENITORI  DI  MILITARI                                          
CADUTI  IN  TEMPO  DI  PACE                                              
Referenti: Angelo Garro e Anna Cremona
Via Castel Morrone, 5     -     20129 Milano                
Tel/Fax 02.7389527   -   Cell. 338.9351886                                                                                                                                                                                                                                              
E-mail :  cogemil.caduti@tiscali.it                                                                     
http://www.alpinorobertogarro.it

Milano, 2 maggio 2006                                      
      22 Dicembre 1947 – 22 Dicembre 2005
                                            “A 57 anni dalla Costituzione della Repubblica”                              
                                       
I diritti negati!
 
Questa mattina fra commozione, lacrime e applausi, si è concluso l’ennesimo spettacolo mediatico dei funerali di Stato dei nostri ultimi martiri da Nassiryia alla presenza del Capo dello Stato Ciampi, del Presidente del Consiglio ad Interim Berlusconi, del neo Presidente della Camera dei Deputati Bertinotti, di tutte le autorità militari possibili in una funzione religiosa officiata dall’Ordinario Militare Mons. Bagnasco.
Nella stessa giornata a Palermo per la prima volta Bernardo Provenzano, l’uomo che si è macchiato di centinaia di omicidi (in gioventù esercitando la professione del killer di persona, e negli ultimi 43 anni in clandestinità comandandoli ad altri) si presenta virtualmente in Aula esigendo il suo diritto costituzionale di non essere ripreso dalle telecamere, e prontamente esaudito (Si! Perché la legge garantisce il diritto anche ad un pluri assassino alla riservatezza ed al rispetto della propria privacy); anche se egli sia un essere immondo, repellente e………
……….a nostro figlio 19enne, soldato di leva in servizio obbligatorio deceduto tragicamente e misteriosamente con altri tre commilitoni, non furono riservati (così come si conviene perché doveroso) alcuno degli onori che di norma spettano a chi ci lascia, specie se appartenenti alle FF.AA. in tempo di pace; ad iniziare dal dovuto riconoscimento delle salme da parte dei genitori (presenti) e di un ultimo saluto da parte dei propri cari. Dell’allestimento della Camera Ardente, e della Veglia Funebre. Della partecipazione alle esequie in caserma avvenute senza la presenza dei genitori o delle Autorità, ma soprattutto della mancata ricomposizione cristiana con la vestizione dell’uniforme o altro, infatti, le salme vennero tumulate completamente nude, sporche e scomposte in sacchi neri di plastica al pari di spazzatura. Le bare trasportate ai luoghi d’origine (tramite appalto viziato da una clamorosa turbativa d’asta) a bordo di volgarissimi e anonimi furgoni per trasporto di merci dai mercati benché ricoperte dal Tricolore e nonostante fossero partiti dalla Loro caserma a bordo di carri funebri Mercedes come da contratto cartaceo e da documento video-filmato in nostro possesso.
Di tutto ciò, nonostante le nostre continue denunce alla magistratura, al Capo dello Stato, al C.S.M., al Presidente del Senato, al Presidente della Camera e a innumerevoli uomini politici e a partiti; questo caso viene sistematicamente ignorato e silenziato. Per questa ragione, noi genitori, delusi e amareggiati restiamo in attesa di una giustizia in cui non crediamo più; anche alla luce degli ultimi avvenimenti in cui il pluri omicida di mafia (oltre cento omicidi) Giovanni Brusca ed altri 1100 altri mafiosi assassini vengono puntualmente premiati con semi libertà, licenze premio e congrui contributi finanziari che sia noi cittadini senza giustizia ed altri 58 milioni di italiani onesti pagano.
Quegli stessi “signori” che da troppo tempo si ostinano a chiudere gli occhi e le orecchie dinnanzi agli oltre 10.000 morti in uniforme, e fingono di ignorare quanto i fatti, le cronache e le statistiche ci dicono: 10.600 circa di caduti dal 1969 al 1984 la maggior parte delle quali morti coperti da quel “Segreto di Stato” i cui contorni e limiti mai definiti nascondono a noi genitori ed alla giustizia la verità sulla Loro fine.
 
Quel Segreto di Stato e quel Limite invalicabile che separa i figli dai genitori anche e oltre la morte, ma soprattutto che si frappone fra noi genitori e la verità quindi fra noi e la giustizia.

Quella giustizia che ha visto assolti i piloti del Cermis, che non consente di processare chi uccise il nostro Calipari, così come non punì i colpevoli di Ustica, di Pza Fontana, i colpevoli dell’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, così come la nega o perlomeno non fa mai chiarezza su quei 10.600 caduti in uniforme o alla posizione ambigua ed amletica della verità sulla morte di nostro figlio, trattato come nessun essere umano, neanche il peggiore, in nessuna latitudine del globo possa essere trattato; tranne che in quei paesi da sempre condannati moralmente dalle nostre civilissime e cattolicissime coscienze di italiani. 
Conclusione: diversa è la giustizia per chi muore se pur al servizio dello Stato, ma non in azioni di guerra esportando “democrazia”.
Quindi a seguito di tutti i soprusi subiti, a seguito dell’indifferente silenzio di tutti gli uomini (e donne) appartenenti alle istituzioni di questo Stato ingrato, ai partiti politici di destra e di sinistra che ci hanno indotto a non credere più a nessuno negandoci quella giustizia a cui aneliamo, rendendo arido più di un sasso il nostro cuore, spingendoci ad autopunirci ed autosospendendoci anche da quel diritto Costituzionale che è l’espressione di voto, ritenendo questa democrazia, una democrazia limitata all’interesse personale dei vari individui che si candidano alla guida di questo Paese ed al sopruso del più forte verso il più debole: il semplice ed anonimo cittadino.
Inoltre, oggi che i Presidenti delle due Camere sono stati nominati.... la corsa verso il Colle più alto è iniziata, come sarà il futuro? Il NOSTRO futuro!
Oggi che i funerali sono stati celebrati: verranno anch’Essi dimenticati? 
Quanto sangue! E quanto ancora?! E quante altre volte quelle mani alzate cariche di ipocrisia?! Il silenzio, il dolore dei familiari e quelle mani alzate sulle bare? Mani che domani non prenderanno carta e penna per rispondere agli accorati appelli che cercano giustizia proprio per quei morti al servizio della Patria; morti che verranno presto tutti dimenticati dopo essere stati ignorati.
Anche quei discorsi alla Camera e al Senato: "Saremo i Presidenti di tutti...."
Quanta ipocrisia! Discorsi che si ripetono tutti uguali, tutti pomposi, tutti mendaci.
Così disse anche un certo C. A. Ciampi che qualcuno pretende di riproporre. Colui che quando salì sul Colle più alto pronunciò la fatidica frase: " Sarò il Presidente di tutti gli Italiani...." e noi credendo alle Sue parole, a Lui ci appellammo per ben diciannove (19) volte; ed ancora aspettiamo una Sua risposta……
E son trascorsi sette anni!!!!
Un Presidente della Repubblica di cui non ci sentiamo affatto rappresentati, consapevoli che continueremo a subire la sua indifferenza in quanto uomo dei poteri forti e rappresentante dei partiti che ce lo impongono, quindi, noi genitori di militari caduti in servizio, ribadiamo di non sentirci affatto soddisfatti di tale soluzione che significherebbe la continuazione di una indifferenza  da parte del Quirinale che si protrae ormai da troppi anni. Non basta appoggiare le mani su una bara per mettersi a posto la coscienza, servono atti più concreti, serve più umanità.
Oggi ancora la seconda carica dello Stato, ed ancora la terza carica dello Stato pronunciarono le stesse parole: sarà forse un giuramento all'indifferenza?!
 
Da questa realtà deriva la necessità e l’impegno comune di associazioni e del nostro Comitato che da anni in cerca di giustizia e dignità, lotta e soffre mantenendo viva la memoria dei nostri figli, quella stessa memoria che uomini di governo come quelli visti ieri, visti oggi, ma che non vorremmo più vedere domani, in veste cinicamente addolorata, tentano di oscurare e sempre più spesso ignorare, non rispondendo ai nostri frequenti appelli; magari non leggendo le nostre frequenti missive inviate via mail, mail facili da distruggere, basta premere un tasto per cancellarne ogni traccia.
Ma noi ostinati, spendendo ancor di più, magari mangiando solo pane e cipolla, continueremo a mandare le nostre proteste anche via fax; mezzo più costoso ma più solido.
                                           
                                                                             Angelo Garro e Anna Cremona
………chi  ha messo la bomba?

E’ il 5 maggio 2006, e sulla strada di Kandahar, a sud di Kabul in Afganistan,
vi sono i luoghi in cui si è provocata la morte dei due alpini: il Ten. Manuel
Fiorito, 27 anni, di Verona e M.llo Luca Polsinelli, 29 anni, di Orbetello,
nonché il ferimento di altri 4 alpini del 9° Regg. dell’Aquila.

La domanda che oggi da più parti ci si pone è: chi ha messo la bomba su quel
percorso? La risposta più ovvia è: sicuramente i nemici della pace, della
democrazia, della civiltà.

Sono morti due alpini; e l’Italia intera si dispera.


Anche otto anni or sono era il 9 giugno 1998 in Italia, a Gemona del Friuli in
provincia di Udine, ci chiediamo (noi genitori) ancora oggi: chi ha messo la
bomba che ha ucciso i quattro alpini della Julia della caserma M. Feruglio di
Venzone sulla Statale 13 detta Pontebbana? MISTERO!


Ed ecco che nonostante la grande commozione che ancora una volta ci attanaglia
la gola assistere alla grande ipocrisia dei vertici Istituzionali: per i due
alpini caduti in Afaganistan, così come tre giorni prima per i tre militi
caduti a Nassiryia in Iraq (a cui si aggiunge oggi 8 maggio un quarto rimasto
gravemente ferito solo otto giorni or sono), grandi cerimonie (che sono
sicuramente dovute), grande apparato e grandi interrogativi (che forse
resteranno senza risposte) alla presenza di tutto l’apparato statale e
istituzionale: il Capo dello Stato Ciampi e Signora, il Presidente del
Consiglio ad interim Berlusconi, i neo Presidenti di Camera Bertinotti e Senato
Marini, parenti, amici, conoscenti, e illustri sconosciuti a riempire la chiesa
e la piazza, folla che con “grande commozione” partecipa al lutto nazionale,
ma……!

Ma per i 4 alpini del 9 giugno 98 la più completa indifferenza. Niente funerali
militari in chiesa, niente autorità militari o civili o politiche, niente
genitori, niente camera ardente o veglia funebre, niente ricomposizione
cristiana e civile, sepolti frettolosamente e segretamente nudi sporchi e
scomposti; (così come nostro figlio Roberto venne ritrovato tre anni dopo alla
riesumazione forzata), niente trasporto ai luoghi d’origine con dignità. Niente
di tutto ciò che la nostra cultura, la nostra religione o il nostro comune
senso di civiltà, di decoro e di giustizia ci impongono verso chi muore.


Nemmeno i nostri numerosi appelli (19+1) al Capo dello Stato (allo stesso Capo
dello Stato che oggi corre incontro alle bare mettendogli sopra quelle mani),
ai 2 Presidenti del Consiglio (nella XIII e XIV legislatura: ben 18) a 2
Ministri della Giustizia, a 2 Ministri della Difesa ecc… ecc… hanno sortito mai
alcuna risposta. E nemmeno le nostre 6 denunce alla Magistratura, nei quali i
magistrati non ha mai nemmeno aperto un fascicolo o aperto un’indagine sulla
morte di questi quattro militari in servizio di leva, ma solo una lunga serie
di archiviazioni (forse dovute a “poteri superiori”?), di menzogne, di
decretazioni, di intimidazioni, che ci hanno lasciato nel più assoluto mistero
per quanto riguarda la causa di queste morti, sconcerto per l’assoluta mancanza
di indagini e offesi per la disinvoltura delle procedure funerarie, compresa la
turbativa d’asta seguita dell’assegnazione per il trasporto (con truffa) delle
salme ai luoghi d’origine. Tutto ciò, a seguito della morte del nostro unico
figlio.


Tutto ciò che sappiamo: che vi fu uno scoppio e conseguente disintegrazione
dell’auto su cui i quattro militi viaggiavano, ma chi mise la bomba nell’auto?
E perché? SILENZIO!

Per Essi: niente medaglie, niente onori, niente rispetto. Per Essi solo offese
e oltraggi.

Ed a tutto ciò oggi assistiamo in quanto tutto si ripete in maniera identica,
ma con una sostanziale differenza: l’Italia sicuramente vuole e deve farsi
perdonare la partecipazione ad una guerra colonizzatrice e di occupazione che
la maggior parte del popolo italiano ripudia decisamente e fortemente.



Angelo Garro e Anna Cremona