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14.08.2006

Ancora una volta, nonostante tutte le promesse, le proteste e le minacce
pre-elettorali “mai più guerre e ritiro immediato delle nostre truppe da
scenari di guerra, quali Afganistan e Iraq”, rieccoci a rifinanziare nuovamente
non solo la “missione” in Iraq, ma addirittura ad organizzare una nuova
avventura di guerra in Libano con la solita scusa di portare la pace e la
democrazia; però questa volta sotto l’egida dell’ONU.

Ancora una volta un’altra scusa per nascondere la nostra sete di imperialismo e
di espansionismo che forse ci trasciniamo dietro da duemila anni, fame di
gloria e di conquista forse ereditata da quel grande che fu Giulio Cesare.

Ancora una volta noi, che stiamo a guardare davanti allo schermo di un tv dove
và il nostro paese, noi che abbiamo già perso i nostri figli, soldati di pace e
in tempo di pace, sappiamo che ci vengono propinate le solite balle.

Ancora una volta, è solo sete di protagonismo e di egocentrismo sfrenato di
alcuni “poveri” politici che altrimenti nella vita ordinaria non sarebbero
neanche dei comuni esseri, ma solo delle immense nullità.

Ex comunisti senza più ideali ne ideologie. Ex democristiani senza più fede che
affogano in scandali e condanne. Ex socialisti senza più credibilità anche se
con le mani un po’ più pulite. Ex piduisti che continuano a rimestare nel
torbido, riuscendo comunque ancora a prevalere su molti.

E poi gli ex gladiatori, le mafie, i tangentisti, i trafficanti d’armi, gli
sniffatori di coca etcetere etcetera.


3.500 soldati verranno inviati in libano con un costo (milione più, milione
meno, ma più che meno) di circa 150 milioni di euro per ogni sei mesi di
permanenza in Libano per la pacificazione di chi la pacificazione dopo duemila
anni non la vuole e non la farà mai; così questa patata bollente resterà nelle
mani italiane.


Ed ancora una volta nessuno accenna alle probabili morti di nostri soldati per
questa chimerica pacificazione. Quante bare che ricoperta dal Tricolore
vedranno il Capo dello Stato andargli incontro ad accoglierle nel rientro in
patria e dietro, lontani, semi nascosti da alti ufficiali impennati e tronfi
nelle loro divise cariche di medaglie, i familiari di questi caduti a cui la
patria riserva solo un bel funerale di Stato e basta; proprio perché
all’interno di quel Parlamento, cuore della politica italiana si continua a
rifiutare qualsiasi forma di tutela e qualsiasi forma di riconoscimento per
chi sacrifica la propria vita indossando una divisa.

Patria ingrata che non trova mai un euro che sotto forma di risarcimento
riconosca a questi nostri figli la propria dignità di esseri umani e non solo
come mera carne da macello a costo zero.

Eppure se muore un cane (essere nobile) o un qualsiasi altro animale domestico
e non (vedi la vicenda dei “bambi”), apriti cielo, si scatena la bagarre.


Ancora una volta, ormai da 25 anni ormai, associazioni, comitati o da singoli
cittadini, richiedono al Parlamento leggi risarcitoria che puntualmente vengono
osteggiate ed affossate, quali la Proposta di legge Accame-Achilli del
11/02/1977, in seguito sempre Accame-Achilli-Ferrari Marte del 20.06.1979 a
seguire la Proposta Bampo del 27/02/1997, per giungere alla Proposta
Ruzzante-Minniti-Pisa ed a quella del deputato di A.N. Ramponi, per finire
confluite in una Proposta Unificata C1649 e C1752 Ramponi (A.N.) – Ruzzante
(D.S.) del 12/04/2002 già votate all’unanimità in Commissione Difesa, ma mai
arrivate in Aula forse per non aver avuto il coraggio o la faccia tosta di
bocciarle è stata fatta decadere per fine della XIV Legislatura, ma con
l’affermazione del Ministro delle finanze: non c’è denaro nelle Casse dello
Stato per i familiari dei caduti!

Eppure si sono rifinanziate e ampliate le guerre in Medio Oriente e si
continuano a finanziare le cosiddette “missioni di pace” che vanno dai Balcani
al M.O. all’Oceano Indiano, infischiandosene se i nostri figli continueranno a
morire inutilmente ignorati da quegli stessi ex comunisti ex socialisti, ex
democristiani a cui si sono aggiunti anche i new-entri: i fiorai, tutti dalle
fauci gigantesche e dagli stomaci insaziabili; tutti confluiti si strani luoghi
di libertà, in orti botanici ed in strane alleanze nazionali.



E ancora una volta, ribadiamo che non staremo mai zitti fintanto che lo Stato
continuerà ad ignorare Roberto, Marco, Crispino, Giuseppe, Salvatore, Lorenzo,
Emanuele, Giovanni, Massimo, Alessandro, Oronzo, Luca, Andrea Mirco, Valery,
Franco, Diego, Matteo, Nicola ed altri 10.000 Fedeli Servitori dello Stato
caduti in servizio.

angelo garro e anna cremona

Albert Camus:

Francese - la politique et le destin des humains sont forgés par des hommes
dépourvus d'idéaux et de grandeur. Les hommes qui possèdent cette grandeur
n'entrent pas en politique


Italiano - la politica e il fato dell'umanità vengono forgiati da uomini privi
di ideali e di grandezza. Gli uomini che hanno dentro di sé la grandezza non
entrano in politica

Per il CO.GE.MIL.

COMITATO GENITORI DI MILITARI CADUTI IN TEMPO DI PACE


Referenti: Angelo Garro e Anna Cremona

Via Castel Morrone, 5 - 20129 Milano

Tel/Fax 02.7389527 - Cell. 338.9351886
E-mail : cogemil.caduti@tiscali.it