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Documento finale della IV Conferenza Sindacale Internazionale

La IV Conferenza Sindacale Internazionale si è riunita a Gonen, in Turchia, dal 23 al 25 maggio 2008, con la partecipazione di sindacati, attivisti sindacali e lavoratori avanzati di 14 paesi.
Durante questi giorni, la nostra conferenza si è fatta carico di evidenziare e valutare problemi, rivendicazioni ed esperienze della lotta della classe operaia e dei sindacati; ha anche fornito l'opportunità di valutare determinate linee di lotta e mobilitazione riguardo questi problemi.
In quasi tutti i paesi avvengono attacchi simili per dar modo al capitale internazionale di estrarre il massimo profitto possibile. Questa particolare realtà è stata dimostrata grazie alle spiegazioni che sindacati di diversi paesi hanno dato nei loro interventi relativi alla liquidazione dei servizi pubblici, agli esempi di precarizzazione, al ribasso dei salari reali, agli attacchi al diritto alla sicurezza sociale, alle privatizzazioni ed a molti altri attacchi che sono stati citati.
 
Pertanto, il carattere di questi attacchi ha reso evidente che la necessità di sviluppare la solidarietà internazionale ed una lotta comune, se comparata con il periodo precedente, è ancora più impellente.
 
La linea del sindacalismo collaborazionista, a favore del “dialogo sociale”, è su un binario morto. Come risultato degli interventi svolti nel corso della conferenza è emerso chiaramente  che le politiche che hanno portato allo smantellamento dei servizi pubblici, all’accrescimento della precarizzazione, alla caduta del livello dei salari reali, agli attacchi alla sicurezza sociale, alle privatizzazioni e molti altri attacchi diretti contro i lavoratori sono stati praticati su scala mondiale.
 
Il dibattito nella conferenza ha portato alla luce la possibilità di fare dei sindacati il centro della lotta per la classe operaia. Come risultato dell’esperienza compiuta in taluni paesi ed esposta nella conferenza, abbiamo visto che c’è un fondamento concreto per ciò. Pertanto, quando pensiamo ai doveri dei sindacati che lottano, c’è un consenso sul fatto che uno di questi doveri è praticare tale convincimento.
Come conseguenza degli attacchi dell’11 settembre il concetto di “guerra contro il terrorismo”, che è stato costruito e portato avanti a cominciare da USA, UE, NATO e da altre istituzioni politico-militari che erano a favore di tale concetto, ha aperto la porta, in primo luogo in Europa ed in molti altri paesi, alla diffusione di idee e pratiche nazionaliste e razziste. Il capitale internazionale ha utilizzato questa congiuntura al fine di: nascondere le reali cause della disoccupazione e della povertà; implementare politiche antidemocratiche; ledere i diritti di sovranità di ciascun stato. Vogliamo ricordare che la nostra conferenza è contro ogni forma di idee razziste, e contro la realizzazione di politiche divisorie nei confronti della classe operaia e di riduzione in schiavitù dei popoli.
 
Le forze imperialiste dall’Asia al Medio Oriente, dall’Europa dell’Est all’America Latina usano tutti i mezzi necessari, inclusi quelli bellici, per rafforzare o assicurare la loro egemonia. Questi sviluppi conducono alla crescita delle somme che vengono riservate per la difesa nel bilancio di ogni paese ed al restringimento delle libertà politiche e dei diritti democratici.
 Durante la conferenza una speciale menzione ed attenzione è stata riservata ai seguenti punti:
-       La libertà di organizzazione, la rimozione di tutte le pregiudizievoli limitazioni ai diritti ed alle libertà sindacali, di tutte le forme di oppressione dirette contro i sindacalisti,  il rilascio dei sindacalisti imprigionati;
-       Il miglioramento delle condizioni di lavoro degli operai e, tramite l’attuazione di tutte le necessarie misure riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro, la cessazione degli infortuni sui posti di lavoro;
-       In tutti i paesi, contro la pressione sul livello dei salari, la lotta per l’ampliamento dei diritti sindacali e politici deve essere sviluppata, a cominciare da paghe e diritti sociali;
-       Le politiche che promuovono la privatizzazione della sicurezza sociale e l’elevamento dell’età pensionabile, così come la privatizzazione di sanità ed istruzione ed altre forme di privatizzazione, devono essere fermate. Deve essere sviluppata una lotta per mettere fine a queste politiche di privatizzazione. Il diritto ad un’educazione libera ed alla salute deve essere enfatizzato in modo consistente;
-       La necessità di diffondere e rafforzare la lotta contro l’U.E. e la rivendicazione di un referendum sul Trattato dell’UE;
-       I sindacati devono prestare un’attenzione speciale all'organizzazione delle giovani lavoratrici irregolari e non protette;
-       Contro le politiche divisorie e concorrenziali portate avanti per mezzo della differenziazione di condizioni e di retribuzioni, rafforzare la rivendicazione “uguale salario per uguale lavoro”;
-       Una speciale importanza deve essere data alla lotta contro la disoccupazione e la povertà e all’organizzazione delle masse dei disoccupati;
-       Risoluzione di tutti i problemi vissuti dalle donne lavoratrici per porre fine alle discriminazioni di genere;
-       Deve essere portata avanti una lotta in tutti i paesi per una giornata lavorativa normale e per rendere illegali tutte le forme di lavoro flessibile e di precarietà;
-       Deve essere potata avanti una lotta per la diffusione e la protezione di una giornata lavorativa normale e per rapporti di lavoro stabili, garantiti ed assicurati;
-       Come parte della lotta contro la disoccupazione le ore di lavoro  devono essere limitate per mantenere un ammontare stabile di paghe e di numero di addetti;
-       Contro tutte le forme di politiche divisorie che sono state sviluppate in taluni paesi (basate su differenze etniche e sull’istigazione di sentimenti di animosità provati dai lavoratori indigeni verso i lavoratori migranti, etc.) i sindacati devono rafforzare la fraternità e la solidarietà nella classe operaia;
-       Far crescere la consapevolezza riguardo la distruzione dell’ambiente causata dalla produzione capitalista, che è interamente basata sul profitto. E, a cominciare dalle risorse idriche, opporsi alle iniziative dei monopoli per ottenere il controllo delle risorse naturali.
Come risultato della conferenza è stato concordato che i sindacalisti che hanno partecipato alla stessa condividono una comune ragione di lotta.
La nostra conferenza ha posto davanti a noi i seguenti scopi: organizzare la prossima conferenza, rafforzando i legami che sono stati costruiti durante questa conferenza e sviluppando le necessarie pratiche e mezzi di comunicazione al fine di realizzare questi obiettivi.
Gli operai, i lavoratori e le nazioni oppresse devono continuare a lottare e resistere contro l’occupazione imperialista. La nostra conferenza afferma il suo appoggio a queste lotte, a cominciare da quelle in America Latina, in Medio Oriente e in Asia, di tutte le lotte antimperialiste e dei movimenti di indipendenza. E  chiede inoltre che tramite il riconoscimento del diritto di autodeterminazione si giunga: alla fine immediata dell’occupazione imperialista in Iraq e in Afghanistan, all’indipendenza della Palestina ed alla risoluzione democratica della questione curda basata su uguali diritti.
La nostra conferenza è solidale con tutti gli operai in sciopero in ogni parte del mondo, a cominciare dai lavoratori dello zucchero della Haft Tappeth Cane in Iran, ai lavoratori di Tuzla, Yorsan, Desa e della TEGA in Turchia, agli operai  Fiat e Alfa Romeo in Italia. Allo stesso tempo richiede l’immediato rilascio dei lavoratori arrestati in conseguenza della lotta di Mahalla in Egitto  e di Mansour Osanlou in Iran.