Andreas von Bülow : « Noi dobbiamo lottare innanzitutto contro la manipolazione mediatica»

di Andreas von Bülow *

http://www.voltairenet.org/article132462.html
(Traduzione a cura di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Ex ministro e parlamentare tedesco, Andreas von Bülow ha fatto parte della Commissione di controllo parlamentare sui servizi segreti, dove ha messo in luce il ruolo della CIA nelle diverse operazioni criminali che hanno funestato la Germania nel corso della Guerra Fredda. Nel suo contributo alla conferenza “Axis for Peace 2005”, egli analizza i meccanismi della politica imperialista in atto. Andreas von Bülow analizza in dettaglio, a partire dalla sua esperienza, la collusione fra il crimine organizzato, il traffico di droga e i servizi segreti.  Le manipolazioni che risultano da questo studio gli consentono di portare il dibattito sulla questione dell’informazione, che egli afferma dovrà essere il terreno privilegiato dei conflitti a venire. 

6 gennaio 2006

Da Bruxelles (Belgio)

Durante la seconda metà del XX secolo, noi abbiamo assistito ad un confronto militare fra due blocchi, non solamente in Europa ma globalmente, in tutto il mondo. Ognuno dei due blocchi assicurava all’altro di non avere alcuna intenzione di attaccarlo, e nessuno ci credeva. A tal punto che i due schieramenti tenevano milioni di soldati allerta nelle loro caserme in attesa di una azione imminente, migliaia di aerei in stato di allarme, divisioni di tanks, unità di artiglieria armate di ogive nucleari, missili a breve, media e lunga gittata, sottomarini dotati anch’essi di missili, portaerei, corazzate i cui missili da crociera risultavano non individuabili perfino sopra i territori dell’avversario. I servizi segreti avevano il compito di gonfiare la percezione della minaccia e il complesso militar-industriale, con i suoi professori e giornalisti vincolati al denaro della difesa, gongolava. Assumere posizione contraria, quella di voler stemperare le tensioni, era denunciato come stereotipo di debolezza o comunismo.  I vertici e i trattati concernenti la riduzione degli armamenti erano considerati più o meno come una farsa.  Essi riguardavano di solito solo argomenti marginali. Ma, stando così la situazione, i due schieramenti erano desiderosi di non venire impegnati in un conflitto, ed esistevano spazi di discussione riguardanti le strutture delle forze militari.

Quindi, alla fine del confronto Est-Ovest, noi abbiamo riscontrato una situazione in cui i Sovietici erano stati indotti all’idea di strutture militari difensive. L’idea era la seguente: se nessuno desiderava aggredire l’altro, perché appoggiarsi su quantità di carri armati pronti ad invadere il territorio del nemico potenziale nel momento successivo di un allarme? Dunque, riduciamo la capacità di penetrazione e di intervento nel territorio di coloro che ci stanno di fronte. I due blocchi dovranno piuttosto cambiare le loro strutture militari aggressive in mezzi difensivi. Se la vostra difesa vi crea preoccupazioni, dovrete essere autorizzati a spendere di più per truppe che possano fare ostacolo all’invasione, per armamenti anticarro, per batterie antiaerei, per antimissili... quindi non più per sistemi di penetrazione profonda.    

Nel versante occidentale, noi avremmo potuto rinforzare le nostre forze convenzionali di difesa del territorio, ridurre il numero di tanks e, nello stesso tempo, ridefinire da entrambe le parti la dottrina del primo urto nucleare senza considerare la diminuzione delle forze convenzionali. 

Per altro, che la nostra dipendenza nei confronti delle forze nucleari della NATO come ultima risorsa soddisfacesse i nostri alleati era comprensibile: la duplice funzione della NATO era sempre stata “di impedire ai Russi di entrare e di mantenere i Tedeschi sotto controllo”.  

Per fortuna, la situazione è mutata. Il confronto Est-Ovest o Ovest-Est si è dissolto. Attualmente gli USA, così come la NATO, danno la caccia ai terroristi musulmani. Questi novelli nemici sono stati scovati nei minuti che sono seguiti all’11 settembre: Osama e i suoi diciannove complici...

Noi siamo sempre in attesa di documenti affidabili e verificabili su quello che è veramente accaduto quel giorno. [1]. Ma, nelle ore successive, l’Afghanistan veniva definito come paese rifugio del vecchio jolly della CIA, Osama ben Laden, e del suo gruppo di veterani della guerra d’Afghanistan contro i Sovietici. In seguito, si è suggerito che l’Iraq era il paese che appoggiava Al Qaïda, cosa che era una menzogna, sulla base di falsi documenti provenienti dai servizi informativi. Allora, l’amministrazione Bush si è sentita minacciata da armi di distruzione di massa, da armi biologiche, chimiche, fors’anche nucleari, che si supponevano essere nelle mani di Saddam Hussein.  Poi, in mancanza di tutto questo, dai programmi di fabbricazione di tali armi... L’amministrazione Bush ha presentato dei documenti truccati in maniera così grossolana che è di diritto domandarsi chi li ha fabbricati, perché così tanto male, e con quali intenzioni ?

Per concludere, nei due giorni successivi, l’amministrazione Bush ha continuato nell’escalation e ha lanciato un appello alla guerra santa contro tutti gli Stati che sostengono il terrorismo internazionale.  La nave da guerra Rumsfeld, così come il vice-presidente Cheney, ci hanno spiegato che gli USA erano ora in guerra con un numero di Stati che poteva arrivare fino a sessanta. Lo stesso presidente parla di una quarta Guerra mondiale che durerà più di una generazione. In questo mondo novello, solo gli Stati Uniti decidono chi sarà il nemico –nessun interrogativo, nessuna concertazione. Chi non è con noi, è contro di noi, è nostro nemico. Questo mi fa ricordare l’Imperatore tedesco Guglielmo II, di cento anni fa.                              

Non si accetta alcun intervento delle Nazioni Unite. Per esempio, i funzionari dell’ONU che fanno il loro dovere con imparzialità, gli ispettori brasiliani incaricati della ricerca delle armi chimiche si sono visti rifiutare il rinnovo del loro mandato, nella speranza di vedere ciascuno di essi sostituito da qualcun altro di più accomodabile... E nel frattempo noi tutti siamo sbalorditi di vedere come il terrorismo fondamentalista musulmano ha potuto costruire in pochi anni, a partire dalle grotte dell’Afghanistan, una minaccia che costringe gli Stati Uniti a spendere molto più denaro nella difesa di quanto avevano fatto per contenere l’Unione Sovietica e gli altri Stati comunisti.                         

Attualmente hanno superato tutte le altre nazioni, considerate nel loro insieme, con una spesa pari a 430 miliardi di dollari contro i 300 miliardi all’epoca della contrapposizione fra i due blocchi.  Il complesso mediatico-militar-industriale può dirsi contento… E come all’epoca della minaccia sovietica, i media, che pretendono essere indipendenti, fanno da lustra-stivali, come quei professori e gli altri esperti in materia di difesa. 

L’amministrazione Bush ha un ordine del giorno unilateralmente definito, e conta su alleati privi di volontà di accordo o di compromesso a livello multilaterale. Noi dobbiamo trattare con un potere egemonico al massimo grado, pesantemente armato, senza alcun contrappeso militare che lo equilibri. Per lo meno, nulla che si contrapponga ai bombardamenti alla cieca continui contro popoli interi.  L’ordine del giorno segue la linea politica di aggressione tracciata dal Progetto per un Nuovo Secolo Americano che mira a fissare la superiorità militare, economica, culturale ed elettronica degli Stati Uniti sull’insieme dei continenti. Esso reclama, e niente di diverso, forze militari per le guerre preventive nel caso in cui dovessero apparire all’orizzonte delle minacce.  E lancia l’anatema contro qualsiasi movimento di pensiero che aneli ad un equilibrio delle forze.  Quando il presidente Eisenhower aveva denunciato il complesso militar-industriale come distruttore della democrazia negli Stati Uniti, aveva annunciato l’inizio di un processo pericoloso. Questo processo non si è mai fermato e probabilmente si trova nella sua fase finale.                                        

I Romani non hanno potuto sostenere il fardello; per quanto tempo gli Stati Uniti lo potranno fare? Senza una ribellione dall’interno del sistema politico americano, non sembra proprio esserci un modo rapido di porre un termine a questa egemonia. 

Non sembra sussistere alcun dubbio: la politica estera e militare degli Stati Uniti, così come le loro azioni segrete, non dipendono più dal partito al potere a Washington, sono bipartisan. E non esiste alcuna possibilità di cambiarle ripiegando su un processo democratico.  Considerate i guru dell’imperialismo statunitense come Henry Kissinger, consigliere dei repubblicani. Nel suo libro di mille pagine dal titolo « Diplomatie » [ 2], egli fa l’elogio di tutti quegli uomini di Stato della storia, francesi, inglesi, spagnoli o statunitensi che hanno commesso con successo dei crimini contro il diritto nazionale o internazionale in modo da estendere la loro potenza nazionale. Conosciamo tutti questa musica...                

                                      

Zbigniew Brzezinsky [ 3], che influenza di più la parte democratica dello spettro politico, segue la medesima linea. « Come conservare gli USA in qualità di unica superpotenza? » Scatenando guerre preventive contro chiunque dovesse essere tanto audace da rimettere in discussione il loro ruolo egemonico. Superiorità su tutti i continenti, il diritto di controllo su tutte le materie prime del pianeta. Secondo Brzezinsky, il principale pericolo contro la superiorità statunitense potrebbe arrivare dall’Eurasia. Dunque, è necessario mantenere sotto controllo l’Europa, la Cina, l’India…e non fornire alla Russia, da sola o alleata con altri, alcuna possibilità di ridiventare una potenza mondiale.

L’Egemone  possiede un enorme arsenale che gli consente di obbligare qualsiasi Stato non amichevole, recalcitrante, neutrale, o persino gli stessi Stati alleati, a seguire la sua politica. Non essendo la guerra molto popolare, particolarmente nelle democrazie, non bisogna necessariamente considerare la forza armata al primo rango di questo arsenale.                                                           

Ad oggi, il più importante strumento è la manipolazione dei media. Il Pentagono possiede, esso solo, un budget di 655 milioni di dollari per la disinformazione e per influenzare l’opinione pubblica – in particolare nei paesi alleati poco disposti a seguire la politica di guerra preventiva degli Stati Uniti.                                

La CIA ha perso il suo monopolio di colpi di mano contorti e folli, attualmente è il Pentagono ad essere autorizzato dal Congresso a condurre le operazioni sotto copertura, ivi compresi atti di terrorismo, al fine di manipolare i mezzi di informazione mondiali e, attraverso questi, condizionare l’opinione pubblica. In modo che tutti siano finalmente convinti dell’importanza di aiutare gli Stati Uniti nella loro lotta contro il terrorismo. Ed esiste tutto il denaro necessario per subornare le case editrici o a cooptare giornalisti e accademici universitari... 

[Viene riportata una foto: Conferenza « Axis for Peace », 18 novembre 2005 a Bruxelles : da sinistra a destra, Andreas von Bülow, Salim el Hoss, Thierry Meyssan, John Duke Anthony, Enrique Roman Hernandez e Subhi Toma]

Noi tutti dobbiamo far fronte comune contro questa situazione, in cui la verità non è l’unica vittima principale della guerra. L’opinione pubblica, i media, l’assemblea generale dell’ONU sono soggette a delle pure e semplici menzogne e a dei documenti falsificati da parte dei governi – pur sollevandosi proteste perfino da parte di esperti in materia, appartenenti alla CIA, che sanno come quelle “prove” siano truccate. Posti a confronto con questa quotidiana propaganda, e allo scopo di controbilanciare le informazioni, tutti dobbiamo renderci conto che queste foto, questi video, questi documenti di posta elettronica, queste registrazioni di voci e di conversazioni telefoniche, ed ancora queste traduzioni, possono venire falsificate in modo da riconciliare le persone con l’agenda egemonica.[ 4].

Uno degli strumenti millenari di destabilizzazione di un sistema politico di un paese o di una società, quando si vuole farlo aderire alla propria linea politica, vederlo implodere, è quello di utilizzare le minoranze etniche. Ecco ciò che bisogna fare: eliminare i capi dei gruppi etnici, che mantengono la pace fra la minoranza e la maggioranza attraverso quotidiani compromessi basati sul buon senso.  Farli assassinare da membri del crimine organizzato o farli apparire idioti, naïfs, semplicioni, o entrambe le cose. E lasciare che il terrore abbia ragione della buona volontà della maggioranza e della minoranza di vivere pacificamente fianco a fianco. Quindi, gli estremisti radicali hanno la possibilità di dividere il territorio. Io ho il sospetto che in Iraq l’impresa “dividere per regnare” sia all’opera [ 5]. In Iraq, il terrore potrebbe condurre alla divisione in tre parti del paese. D’altronde, il progetto per il Nuovo Secolo Americano va in questa direzione...

Un altro metodo consiste nel finanziare una sorta di “rivoluzione arancione” e di dare a questa tutto il sostegno. Io penso che in Iran potremo osservare uno sviluppo paragonabile a quello che abbiamo visto in Ucraina [ 6].  L’economia mondiale della droga consente il finanziamento di questi cambiamenti di regime o di questi processi di destabilizzazione.                                                  

La cocaina della Colombia o l’eroina dell’Afghanistan passano di contrabbando all’interno dei paesi industriali. I signori della guerra afghani mantengono la loro potenza per il solo fatto che sono loro a controllare questo traffico.  E questi baroni della droga sono alleati con la politica occulta Statunitense [ 7]. Lo smaltimento di queste droghe può esportare l’inferno, non importa dove. La filiera completa della droga, controllata dal crimine organizzato, è protetta da accordi fra la CIA, i servizi segreti nazionali e le agenzie che si suppone dovrebbero essere incaricate di dare la caccia a questa droga.  La CIA è, più o meno, complice del crimine organizzato e vice-versa.  Questo processo nascosto è la causa di quasi l’80 % della criminalità nelle nostre città... 

Il processo di imbiancamento (del denaro) deve essere altrettanto protetto dall’intervento di agenzie di informazioni, se si vuole che i flussi finanziari così liberati siano canalizzati per il finanziamento di operazioni segrete.  Certe banche privilegiate e complici sono parti integranti del sistema. E tutti, tutti i componenti della filiera, sono felici di guadagnare somme astronomiche senza correre alcun rischio... Sul terreno pratico, voi non saprete mai se vi state confrontando con la criminalità organizzata, con autentici terroristi fondamentalisti musulmani, o se la CIA, o il Pentagono, si trovano imboscati nel retroscena. E voi non saprete mai se il denaro della droga per la CIA o il denaro delle imposte per il Pentagono, stiano lavorando per l’egemonia della bandiera a stelle e strisce...

Alcuni professano che è necessario, e anche saggio, di non avere sulla terra che un solo ed unico gendarme armato di un nodoso randello ben più grosso di quello di altri? E che questo ruolo dovrebbe spettare a Washington ? Forse sarebbe opportuno fare una riflessione a riguardo.  Ma dopo l’11 settembre, noi abbiamo un gendarme, che non è sottoposto più ad alcuna legge, nazionale o internazionale, che è autorizzato a torturare dei testimoni per estorcere confessioni in gran parte false.  Noi osserviamo un gendarme che si muove facendo fede ad informazioni parziali ed interessate, quando non si tratta di pura e semplice corruzione. E che rifiuta di consultare le altre nazioni. Allora la risposta è d’obbligo : no ad un gendarme monopolistico ! Un gendarme, che sia la più grande potenza militare, finanziaria ed economica sulla terra, il cui interesse evidente è quello di impiegare la sua legittimità come copertura per imporre delle nuove basi militari su tutti i continenti e per garantire ai suoi conglomerati industriali e finanziari le risorse, in qualsiasi posto essi si trovino, è qualcosa che noi non possiamo augurarci.                                      

La maggior parte delle nostre nazioni industrializzate si fondano sulle forze del libero scambio per accedere all’energia e ad altre risorse. In nessun modo è necessario impadronirsi militarmente di queste risorse e di controllarne l’accesso per via indiretta, attraverso un apparato militare che costa 430 miliardi di dollari l’anno. Pur tuttavia questo è il sogno del complesso militar-industriale e dell’amministrazione Bush, che d’altro canto spazza via i più urgenti bisogni di un quarto, il più debole, della popolazione degli Stati Uniti.  Per organizzare la pace, noi dobbiamo tranquillamente lavorare ad un nuovo equilibrio globale, principalmente in altri ambiti, diversi da quelli militari. Sfidare il potere egemonico scatenando nuove corse agli armamenti, non porterà da nessuna parte. Solo la Cina, e forse la Russia, potrebbero seguire questa via, fino al limite delle loro forze economiche, prima di rendersi conto che la grandezza del loro territorio e l’immensità delle loro popolazioni sono la loro forza intrinseca.

Ma è nel campo dell’informazione, delle finanze, del commercio, della tecnologia, della cultura e del diritto che l’unilateralismo d’oltranza condurrà sempre più all’isolamento. In Europa, il cambiamento di atteggiamento dell’opinione pubblica verso l’amministrazione Bush è profondo, nonostante un sentimento normalmente molto filo-americano.                                   

Brzezinsky ha ragione quando osserva l’influenza, mai uguagliata fino a questo momento, degli Stati Uniti nel campo delle scienze economiche, delle finanze, degli armamenti, della cultura, ecc.  Sarebbe così facile impiegare questa influenza in una maniera saggia ed equilibrata, appoggiandosi completamente ad alleati in tutto il mondo. L’équipe Bush-Cheney ha deciso altrimenti. Non sono del tutto anti-americano, e spero che finalmente noi perverremo a convincere i cittadini degli Stati Uniti - contro i loro mezzi di informazione –che sono manipolati in un modo che mai si sarebbe potuto immaginare solamente qualche anno fa.  E che essi devono fare in modo di modificare la traiettoria pericolosa e dannosa che l’amministrazione Bush sta seguendo. Internet permette l’accesso ad altre informazioni, tramite le quali le persone possono rendersi consapevoli.  Allora noi dobbiamo alimentare Internet, e gli altri mezzi di comunicazione, con informazioni basilari ed argomentate.  Mandare in frantumi le operazioni psicologiche condotte nei nostri media da parte del Pentagono, dalla CIA, ma ugualmente dal Mossad, e dai loro satelliti, è il compito più importante che ci attende. Tutto questo potrebbe sembrare straniante, ma porre ostinatamente la domanda “a chi giova il crimine ?”, di fronte ai quotidiani riferimenti mediatici ad al Qaïda, ben Laden o Zarkaoui, condurrà molto spesso a vedere le cose da un lato opposto alla disinformazione ufficiale.   

E noi dobbiamo insistere sull’ottenere prove tangibili e verificabili, in modo da smascherare le operazioni propagandistiche. Le confessioni su Internet, i video, le registrazioni sonore e altre prove ottenute sotto tortura non sono attendibili, quando queste non sono corroborate da elementi riscontrabili.

Poiché la maggior parte dei terroristi sono delle marionette scelte fra giovani drogati, costoro possono agevolmente essere costretti ad accettare accordi con l’accusa. In cambio di clemenza, saranno disposti a dare falsa testimonianza davanti ad un tribunale criminale, testimonianza che verrà utilizzata per confermare la propaganda.    

Per fare luce sulle operazioni di destabilizzazione e farle deragliare, è necessario seguire il flusso del traffico di droga e la pulitura del denaro sporco, che serve poi a finanziare queste occulte operazioni. In tutti i paesi industrializzati, esistono degli accordi, degli accomodamenti fra le agenzie incaricate della repressione del traffico di droghe, proprio del crimine organizzato, e i servizi segreti, come la CIA, per scoprire i canali di circolazione della droga, osservando proprio i percorsi, i mezzi e le persone utilizzate. Nascosto dietro questo procedimento, si trova il processo segreto del finanziamento del crimine organizzato e della sua influenza fino all’ultimo dei tossicomani. Infatti, le droghe pagano la fattura non solamente al crimine organizzato e ai baroni della droga colombiani o afghani, ma nel contempo per le manipolazioni della CIA e degli altri servizi. E l’80 % del denaro che serve per acquistare la droga proviene dalla piccola criminalità...

Per adesso, non è possibile controbilanciare il potere egemonico. Nel contempo, la maniera parziale, unilaterale e molto spesso corrotta, con cui l’amministrazione Bush conduce gli affari del mondo produce un’immagine estremamente negativa per gli Stati Uniti. Questo potrebbe diventare un handicap per i settori che non sono parte pregnante del complesso militar-industriale, e produrre la pressione necessaria sulla élite politica americana. Ma noi non dobbiamo nutrire alcuna illusione nel sottostimare la straordinaria potenza che il complesso imperiale e neo coloniale esercita sulla politica. Il cammino sarà molto lungo.

Andreas von Bülow

Avvocato. È stato parlamentare (social-democratico) tedesco per venticinque anni, segretario di Stato e ministro.


[1] Leggere “L’effroyable imposture – La spaventosa impostura” di Thierry Meyssan, Carnot ed., 2002, e “Die CIA und der 11. September –

La CIA e l’11 settembre” di Andreas von Bülow, Piper ed., 2003.

[2] “Diplomacy” di Henry Kissinger, Simon & Schuster ed., 1995.

Versione francese : “Diplomatie” , ed. Fayard, 1996.

[3] “La stratégie anti-russe” di Zbigniew Brzezinski

[http://www.voltairenet.org/article15298.html ] di Arthur Lepic,

Voltaire , 22 ottobre 2004.

[4] Vedere la nostra rubrica “Observatoire de la propagande”

[http://www.voltairenet.org/rubrique415.html ]

[5] « Modello yugoslavo per il Kurdistan », Voltaire, 3 gennaio 2004.

[6] “Mosca e Washington si danno battaglia in Ucraina”

[http://www.voltairenet.org/article15391.html ] di Emilia Nazarenko,

e “Ucraina : la strada contro il popolo”

[http://www.voltairenet.org/article15658.html ], Voltaire , 1 e 29 novembre 2004.

[7] “Il Pakistan sfrutta il papavero afgano”

[http://www.voltairenet.org/article16838.html ] », Voltaire , 19 aprile 2005.