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 Il testo della risoluzione ONU 1701

sulla guerra in Libano

Questa  risoluzione, approvata l'11 agosto 2006,  prevede la cessazione delle ostilità iniziate in Libano lo scorso 12 luglio.

Il testo è una versione modificata in maniera significativa rispetto a quello introdotto da Francia e Stati Uniti. Ha ottenuto tutti e 15 i voti dei membri del consiglio di sicurezza dell'ONU, incluso quello del Qatar, l'unico Paese arabo presente al voto.

Nelle note a piè pagina del traduttore vogliamo sottolineare come ancora una volta la diplomazia è al servizio delle potenze occidentali e della  loro politica di aggressione e di prevaricazione, senza rispetto per i diritti umani e nazionali dei popoli.                                                                                               

A cura della redazione del sito www.laltralombardia.it


Il Consiglio di sicurezza dell’ONU

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PP1. Richiamando tutte le precedenti risoluzioni sul Libano, in particolare
le risoluzioni 425 (1978), 426 (1978), 520 (1982), 1559 (2004), 1655 (2006)
and 1680 (2006), e 1697 (2006), così come le dichiarazioni del suo Presidente sulla
situazione in Libano, in particolare le dichiarazioni del 18 Giugno 2000
(S/PRST/2000/21), del 19 Ottobre 2004 (S/PRST/2004/36), del 4 Maggio 2005
(S/PRST/2005/17), del 23 Gennaio 2006 (S/PRST/2006/3) e del 30 Luglio 2006
(S/PRST/2006/35),
PP2. Esprimendo la massima preoccupazione per il continuo aggravarsi delle
ostilità in Libano e in Israele, dal 12 Luglio 2006 giorno in cui gli Hezbollah hanno attaccato Israele, che hanno già causato centinaia di morti e feriti da entrambe le parti[1]., estesi danni alle infrastrutture civili e centinaia di migliaia di profughi,
PP3. Sottolineando la necessità di porre fine alla  violenza, ma allo stesso tempo considerando la necessità di affrontare con urgenza le cause che hanno dato avvio all'attuale crisi, incluso il rilascio incondizionato[2]. dei soldati israeliani rapiti,
PP4. Consci della delicatezza della questione dei prigionieri[3]. ed incoraggiando
gli sforzi tesi a risolvere con urgenza la questione dei prigionieri libanesi detenuti in Israele,
PP5. Felicitandosi degli sforzi del primo ministro libanese e dell’impegno del governo libanese, nel suo piano in sette punti, a estendere la propria autorità su tutto il territorio attraverso le proprie forze armate riconosciute in modo che non possano esserci armamenti se non con il consenso del governo del Libano e non possa esserci altra autorità che quella del governo del Libano; felicitandosi anche dell'impegno del governo libanese ad accettare una forza ONU che sarà sostenuta e rafforzata in dimensione, equipaggiamenti, mandato e raggio di operazione[4]. e tenendo presente la richiesta prevista nel piano del governo libanese di un ritiro immediato dell'esercito israeliano dal sud del Libano,
PP6 Determinati ad agire affinché questo ritiro avvenga il prima possibile[5].,
PP7 Considerando attentamente le proposte avanzate nel piano in sette punti che riguardano la zona delle fattorie di Sheeba,
PP8 Felicitandosi per la decisione unanime presa dal governo libanese il 7 agosto 2006 di dispiegare una forza armata di 15.000 uomini nel sud del paese non appena l'esercito israeliano si sarà ritirato oltre la "linea blu", di richiedere il supporto delle forze dell’UNIFIL[6]., secondo la necessità, per agevolare l’ingresso delle forze armate libanesi nella zona e di volere potenziare le sue forze armate con mezzi adatti ad eseguire i compiti preposti,
PP9 Consci della propria responsabilità per contribuire ad assicurare un cessate il fuoco permanente ed una soluzione del conflitto di lunga durata,
PP10 Preso atto che la situazione in Libano costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale

1. Chiede una piena cessazione delle ostilità basata, in particolare, sull'immediata cessazione da parte degli Hezbollah di tutti gli attacchi[7]. e l'immediata cessazione di tutte le operazioni militari offensive di Israele";
2. A seguito della piena cessazione delle ostilità, chiede al governo del Libano e all'UNIFIL, come previsto dal paragrafo 11 di dispiegare le loro forze in una missione congiunta nel sud  e chiede al governo di Israele di ritirare le proprie forze contemporaneamente, nel momento in cui inizia questo dispiegamento;
3. Sottolinea l'importanza dell'estensione del controllo del governo del Libano su tutto il territorio libanese come previsto dalle disposizioni della risoluzione 1559 del 2004 e della risoluzione 1680 del 2006, e dalle disposizioni degli Accordi di Taif[8]., per l'esercizio della sua piena sovranità, in maniera tale che non possano esserci armamenti se non con il consenso del governo del Libano e non possa esserci altra autorità che quella del governo del Libano;
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4. Reitera il proprio forte sostegno per il pieno rispetto della Linea Blu[9].;
5. Reitera anche il proprio forte sostegno, come previsto dalle precedenti risoluzioni sul Libano, per l'integrità territoriale, per la sovranità e per l'indipendenza politica del Libano all'interno dei confini riconosciuti dalla comunità internazionale, come contemplato dall'armistizio israelo-libanese del 23 marzo 1949;
6. Chiede alla comunità internazionale di attivarsi immediatamente per dare impulso all'assistenza finanziaria e umanitaria al popolo libanese, da compiersi anche facilitando il ritorno a casa in sicurezza degli sfollati e, sotto l'autorità del governo del Libano, con la riapertura di aeroporti e porti, nel rispetto dei paragrafi 14 e 15; e chiede che siano presi in considerazione ulteriori aiuti in futuro per contribuire alla ricostruzione e allo sviluppo del Libano;
7. Afferma che le parti hanno la responsabilità di garantire che nessuna azione sia compiuta in violazione del paragrafo 1 in modo tale da compromettere in maniera negativa la ricerca di una soluzione di lungo termine, l'accesso agli aiuti umanitari della popolazione civile, incluso il passaggio dei convogli umanitari, o il ritorno volontario senza rischi degli sfollati, e chiede che le parti rispettino questa responsabilità e cooperino con il Consiglio di Sicurezza;
8. Chiede ad Israele e al Libano di sostenere un cessate il fuoco permanente e una soluzione di lungo termine fondata sui seguenti principi e elementi:
-         pieno rispetto della Linea Blu per entrambe le parti;
- l'adozione di misure di sicurezza atte a prevenire la ripresa delle ostilità, che preveda l'istituzione, nella zona compresa tra la Linea Blu e il fiume Litani, di un'area priva di personale armato, di posizioni e armi che non siano quelle dell'esercito libanese e delle forze UNIFIL come previsto dal paragrafo 11, che operano in questa zona;
- la piena attuazione di tutti i regolamenti previsti dagli Accordi di Taif e dalle risoluzioni 1559 del 2004 e 1680 del 2006, che impongono il disarmo di tutti i gruppi armati in Libano, in maniera tale che non possano esserci armi o autorità in Libano se non quelle dello Stato libanese, come deciso dall'esecutivo libanese il 27 luglio 2006;
- l'eliminazione di tutte le forze straniere dal Libano che non abbiano l'autorizzazione dal governo;
- l'istituzione di un embargo internazionale sulla vendita di armi e materiali al Libano, se non su autorizzazione del suo governo;
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-         la notifica alle Nazioni Unite di tutte le mappe delle mine posizionate sul territorio libanese che siano ancora in possesso di Israele;
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9. Invita il Segretario Generale a sostenere gli sforzi per arrivare al più presto possibile ad accordi di principio da parte del governo del Libano e del governo di Israele sui principi e gli elementi di una soluzione duratura come delineato nel paragrafo 8, ed esprime la volontà di essere attivamente coinvolto;
10. Chiede al Segretario Generale di sviluppare, in collaborazione con i partner internazionali e le parti coinvolte, delle proposte per la messa in atto dei provvedimenti più importanti previsti dagli Accordi di Taif e dalle risoluzioni 1559 del 2004 e 1680 del 2006, compreso il disarmo, e per la demarcazione dei confini internazionali del Libano, specialmente in quelle aree dove il confine è soggetto a dispute o incerto, compresa l'area delle fattorie di Shebaa, e a presentare quelle proposte al Consiglio di Sicurezza entro trenta giorni;
11. Decide, per sostenere e rafforzare la forza in dimensione, equipaggiamenti, mandato e raggio di operazione, di autorizzare un incremento nella forza della UNIFIL fino a un massimo di 15.000 uomini, e che quella forza debba, oltre a portare a termine il proprio mandato come previsto dalle risoluzioni 425 e 426 del 1978:
a. sorvegliare la cessazione delle ostilità;
b. affiancare e sostenere le forze libanesi nel loro dispiegamento nel sud, compresa la zona di confine della Linea Blu, mentre Israele ritira le proprie forze armate dal Libano come previsto dal paragrafo 2;
c. coordinare le proprie attività con riferimento al paragrafo 11 (b) con il governo del Libano e il governo di Israele;
d. estendere la propria assistenza per contribuire a garantire l'accesso della popolazione civile agli aiuti umanitari e il ritorno in sicurezza degli sfollati;
e. assistere le forze armate libanesi in operazioni mirate alla definizione dell'area prevista nel paragrafo 8;
f. assistere il governo del Libano, se da questo richiesto, all'implementazione del paragrafo 14;
12. operando sulla base di una richiesta del governo del Libano di inviare una forza internazionale per assisterlo nell'esercizio della sua autorità su tutto il territorio, autorizza la UNIFIL a intraprendere tutte le azioni necessarie nelle zone in cui sono presenti e nelle loro capacità, ad  assicurare che questa area non sia utilizzata per operazioni ostili di nessun tipo, a resistere ai tentativi di impedire con l'uso della forza lo svolgere i suoi compiti come da mandato del Consiglio di Sicurezza, e a proteggere il personale delle Nazioni Unite, le strutture, le postazioni e gli equipaggiamenti, a garantire la sicurezza e la libertà di movimento del personale delle Nazioni Unite, degli operatori umanitari e, senza pregiudicare la responsabilità del governo del Libano, a proteggere i civili da minacce contingenti di violenza fisica;
13. Chiede al Segretario Generale di attuare con urgenza i provvedimenti necessari a consentire che le forze UNIFIL siano in grado di portare a termine le funzioni previste da questa risoluzione, preme perché i Paesi membri prendano in considerazione la possibilità di dare contributi adeguati all'UNIFIL e rispondano in maniera positiva alle richieste di assistenza da parte di queste Forze, ed esprime il convinto apprezzamento per coloro che hanno contribuito alle forze UNIFIL in passato;
14. Chiede al governo del Libano di controllare i propri confini e tutti gli altri varchi d'accesso per impedire che armi e materiali siano importati in Libano senza il suo consenso e chiede alla forza UNIFIL, come previsto nel paragrafo 11, di assistere il governo del Libano dietro sua richiesta;
15. Decide inoltre che tutti gli Stati adottino le misure necessarie per impedire, a propri cittadini, sul proprio territorio, o utilizzando navi battenti bandiera del Paese o velivoli,
(a) la vendita o la fornitura a nessuna entità o individuo in Libano di armamenti e materiali di alcun tipo, incluse armi e munizioni, veicoli militari e equipaggiamenti, equipaggiamenti paramilitari e parti di ricambio per i suddetti, siano o no prodotti nei loro territori, e
(b) la fornitura a nessuna entità o individuo in Libano o di qualsiasi addestramento o qualsiasi tipo di sostegno per la fornitura, la produzione, la manutenzione o l'uso di quanto citato nel comma (a) qui sopra, con l'eccezione che questi divieti non si applicano ad armi, materiali, addestramento e assistenza autorizzata dal governo del Libano o dall'UNIFIL come previsto nel paragrafo 11;
16. Decide di estendere il mandato dell'UNIFIL fino al 31 agosto 2007, ed esprime la sua intenzione a considerare in una successiva risoluzione ulteriori estensioni al mandato e altre azioni finalizzate all'implementazione di un cessate il fuoco permanente e di una soluzione duratura;
17. Chiede al Segretario Generale di fare rapporto al Consiglio di Sicurezza entro una settimana sull'implementazione di questa risoluzione e di aggiornarlo regolarmente;
18. sottolinea l'importanza  e la necessità di arrivare a una pace estesa, giusta e duratura in Medio Oriente, sulla base di tutte le più importanti risoluzioni comprese la 242 del 22 novembre 1967 e la 338 del 22 ottobre 1973;
19. Decide di continuare a occuparsi attivamente della questione.

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Leggi il testo integrale in inglese

 

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A cura della redazione del sito www.laltralombardia.it

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[1]. Non si esplicita chiaramente che tutte le atrocità elencate sono state causate solo da Israele e non si denuncia la gravità dell’azione israeliana, spropositata rispetto al danno subito. Gli Hezbollah hanno rapito due soldati durante un’azione militare sul confine libanese, Israele ha subito risposto bombardando dal cielo e dal mare su zone residenziali provocando morte e distruzione. I danni subiti da Israele nella zona di Haifa non possono essere certamente paragonati alle sofferenze subite dal popolo libanese in un mese di bombardamenti massicci.

[2]. Perché incondizionato? e perché non lo deve essere allora quello dei prigionieri libanesi nelle carceri israeliane? (vedi nota 3).

[3]. Per i prigionieri israeliani c’è la richiesta del rilascio immediato, per quelli libanesi c’è l’impegno a risolvere la questione con urgenza. Evidentemente i prigionieri israeliani hanno più valore di quelli arabi, secondo un’evidente convenzione colonialista di rapporti sociali ed umani.

[4]. Non si esplicita chiaramente che si vuole creare una nuova forza diversa dall’UNIFIL (vedi nota 6)

[5]. La richiesta del governo libanese  per un ritiro immediato delle  truppe israeliane viene recepito con un generico invito al ritiro il  prima possibile, che si presta a libertà interpretative da parte del governo israeliano. Anche le risoluzioni del 1978 chiedevano l’immediato ritiro di Israele dal Libano ma solo nel 2000 Kofi Annan ha ringraziato Israele per essersi ritirato dal sud del Libano e non dimentichiamoci che Israele occupa ancora le fattorie di Sheeba, senza contare i territori in Palestina!!

[6]. UNIFIL - United Nations Interim Forces In Lebanon – sono state create nel 1978 per consolidare il ritiro israeliano dal Libano, ripristinare la pace e sicurezza internazionale, aiutare il governo libanese ad affermare la sua effettiva autorità nella zona.

[7]. Le azioni degli Hezbollah vengono chiamate “attacchi”, quelle israeliane “ operazioni militari offensive”. E i massacri causati dai bombardamenti israeliani, anche con armi non convenzionali, rientrano nelle operazioni militari?

[8]. Gli accordi di Taif, 1 ottobre 1989, pongono fine alla guerra civile in Libano, dopo l’armistizio israelo-libanese del 17 maggio 1983.

[9]. La Linea Blu separa Israele dal Libano