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Il candidato cristiano di Hamas

di Motasem Dalloul


23 gennaio 2006


Hosam al-Taweel, 40 anni, è un candidato cristiano a Gaza per le elezioni legislative palestinesi, insieme al gruppo di resistenza islamico Hamas. Compete per uno dei seggi riservati alla comunità cristiana nel Parlamento.
Dichiara che il suo impegno è politico, non religioso.
Lavora come volontario allo YMCA a Gaza da più di 30 anni, scrive anche regolarmente sul quotidiano Al-Quds.
Suo nonno era membro del governo palestinese nel 1948 che rifiutò la risoluzione ONU che imponeva la spartizione della Palestina in due parti: una araba ed una israeliana.

Intervista di Aljazeera ad al-Taweel a Gaza

Come descriveresti i tuoi rapporti con Hamas?


Ci tengo a dire la mia su questo punto molto controverso. Ho discusso il  mio programma elettorale “Addressing Minds” con tutti i partiti ed ho ottenuto il loro appoggio.
Il mio programma non è solo per i Cristiani ma per tutti i Palestinesi.

Ciò che abbiamo in comune è la volontà di tener viva la lotta per i diritti e la libertà dei palestinesi. Lottiamo per il diritto al ritorno dei rifugiati e contro la corruzione del governo palestinese.
Lo slogan della mia campagna elettorale è unità-ritorno-giustizia-indipendenza

Cristiani e Musulmani sono uniti per  una Palestina libera. I nostri antenati hanno combattuto con Salah al-Din contro i crociati.
Abbiamo anche in comune la sofferenza di vivere sotto l’occupazione israeliana
Abbiamo rispetto reciproco del nostro credo religioso.  

Cosa pensa la Chiesa della tua scelta di candidarti con Hamas?


Sono cristiano greco ortodosso e sono leale alla mia chiesa e ne sono orgoglioso. Ma qui stiamo parlando di politica. Potrei vincere con l’appoggio di tutti i partiti palestinesi come ho fatto con Hamas.
Cristiani e Musulmani soffrono entrambi per l’occupazione israeliana. Questo non riguarda la Chiesa. Non ho una parola distinta per musulmani o cristiani, parlo a tutti i palestinesi, tutti insieme.

Dico loro: andiamo uniti alle elezioni per mettere in pratica la democrazia e dire la nostra scegliendo le persone giuste al posto giusto. Così potremo risolvere i nostri problemi e cambiare le cose creando un futuro di speranza per tutti i palestinesi.

La Chiesa appoggia te più di altri candidati cristiani?


No, è neutrale

Come giudichi la Resistenza?


Tutti popoli sotto occupazione devono combattere per la libertà. Liberare i territori occupati è un nostro diritto legittimo.
Io dico ai palestinesi di usare questo diritto sotto il controllo dell’ONU, ma solo loro hanno diritto a decidere come, quando e dove resistere all’occupazione per ottenere i risultati politici della loro resistenza.

E gli attacchi suicidi?


Sono contro il coinvolgimento di civili nel conflitto , da entrambe le parti.
Anche Israele però non deve coinvolgere i civili, che è quello che fanno quando gli F16 colpiscono la casa di Shaik Salah Shehadi ed uccidono 18 civili, tra cui donne e bambini. E la chiamano operazione di sicurezza
Quando invece sono i palestinesi a condurre un’operazione in cui vengono feriti od uccisi dei civili lo chiamano atto terroristico.
E’ meglio che entrambi lascino stare i civili.


Pensi che gli accordi di Oslo funzioneranno?

Credo in una pace giusta e totale basata sull’idea di giustizia e libertà.
Oslo è lontano ed è stato inefficace in passato. Se guardiamo il presente, il nuovo partito israeliano Kadima cerca di far riconoscere il Muro dell’Apartheid come confine ufficiale e Gerusalemme come capitale di Israele.
Cercano anche di cancellare il diritto al ritorno di migliaia di rifugiati e si rifiutano di ritirarsi dal West Bank e da Gerusalemme.
Tutte queste prese di posizione non fanno che impedire qualsiasi iniziativa di pace, ed il processo di pace stesso.
 

Perché le elezioni sono state rimandate diverse volte?

Sono stato sempre contrario ai rinvii. Le elezioni sono il modo migliore per dar voce alle istanze comuni palestinesi.
I palestinesi tutti cercano di cambiare la realtà attuale per costruirne una migliore.
Alcuni , nella comunità internazionale, hanno paura di un Parlamento che rappresenti tutte le varie fazioni ed appartenenze.

Chi vincerà le elezioni?


Nessuno può dirlo. Ma sono certo che il Parlamento rappresenterà tutti i partiti e spero che le elezioni si svolgeranno senza intoppi, liberamente.

Traduzione di Mariella Megna – associazione L’altra Lombardia – SU LA TESTA