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inchiesta 12.2.2007
Comunicato dell’Associazione Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007

Innanzitutto ringraziamo calorosamente tutti coloro che si sono mobilitati per portare la loro solidarietà ai compagni sotto processo e per impedire che, nell’anniversario della strage di stato di Piazza Fontana, i fascisti di Forza Nuova manifestassero pubblicamente a Milano.
Il 12 dicembre, sia all’interno dell’aula bunker di San Vittore, che all’esterno si è espressa con forza e determinazione la volontà di reagire, resistendo, alla repressione e al fascismo.

Dentro l’aula

All’appello degli imputati il compagno operaio Vincenzo Sisi ha risposto: “Con il corpo sono presente, ma la mia testa è con gli operai della Thyssen- Krupp”.
Gli altri imputati hanno risposto applaudendo e col pugno alzato.
La pm Bocassini ha rilevato che i pugni alzati sono una mancanza di rispetto alla corte!...(e poi la chiamano “toga rossa”!)
Gli avvocati della difesa hanno contestato il trattamento riservato agli imputati e a loro stessi: i compagni erano in gabbie singole, separati da uno schieramento di guardie e transenne dai difensori che erano quindi quasi impossibilitatti a conferire con i propri assistiti.
E’ stata richiesta la revoca del perdurante divieto d’incontro tra imputati, misura assurda visto che l’inchiesta per loro è chiusa da tempo e che ha comportato molte angherie durante la detenzione, ormai di dieci mesi, in particolare l’isolamento e i continui trasferimenti.
Gli avvocati della difesa hanno inoltre richiesto l’avvicinamento alla sede processuale, visto che alcuni compagni sono stati prelevati dal carcere o dai domiciliari alle quattro di notte per essere riportati a destinazione il giorno stesso e per poi essere riprelevati, con le stesse modalità, per le udienze dei prossimi giorni.
Sono poi state eccepite varie nullità sulla richiesta di rinvio a giudizio:
- nullità in relazione alla violazione del diritto di difesa derivante dalla mancata consegna di tutte le      copie degli atti processuali entro i termini di legge,
- nullità, sempre in relazione al diritto di difesa, dovuta ai trasferimenti ed alla dispersione degli imputati lontano dalla sede processuale (anche in contrasto con l’art. 6 della Convenzione di Strasburgo) poiché ciò ha ostacolato l’incontro con i legali,
- nullità in relazione alla violazione derivata dalla mancata considerazione della sospensione del periodo feriale (l’inchiesta è stata chiusa proprio a ridosso del periodo di chiusura estiva del tribunale),
- nullità rispetto ai 5 giorni di divieto d’incontro con i difensori imposto dopo l’arresto degli imputati,
- nullità in base alla contestazione di gravi irregolarità nelle procedure seguite per le intercettazioni telefoniche,
- nullità poiché la richiesta di rinvio a giudizio è stata effettuata ben prima della conclusione dell’incidente probatorio relativo alla trascrizione di tutte le intercettazioni ambientali che sono parte preponderante di questo processo,
- nullità poiché le perizie tecniche sono state disposte dall’accusa in contemporanea e in diverse sedi fra loro lontane impossibilitando così la difesa a parteciparvi
- nullità per l’impossibilità di far entrare nell’inchiesta fonti come il Sisde (Servizi segreti). Il Sisde non può entrare nella sistematica giuridica ordinaria mentre, entra in questo processo, facendo vestire le sue indagini (che non possono avere la connotazione di indagini di polizia giudiziaria) attraverso delle relazioni della Digos e facendo confluire comunque dei filmati e delle foto che aveva raccolto nel corso del suo lavoro.

E’ stata poi contestata e ritenuta illegittima la costituzione di parte civile da parte di Forza Nuova sia per motivi politici, perché non è ammissibile che una forza volta alla ricostruzione di un partito fascista possa essere accettata nelle aule dei tribunali in quanto ciò, per la legge italiana, è un reato punito con la reclusione da 5 a 12 anni, sia per motivi procedurali, in base ad irregolarità nella presentazione della richiesta.

A tutto ciò il gup Marina Zelante risponderà nell’udienza del 14 dicembre.

Fuori dall’aula

Fin dalle otto del mattino un folto numero di compagni ha presenziato nei pressi dell’aula bunker dando vita poi ad un presidio in Piazza Aquileia che, dalle nove in poi, è andato via via ingrossandosi. Diverse centinaia di persone vi hanno partecipato: compagni, situazioni collettive del movimento milanese ma anche delegazioni da altre parti d’Italia, antifascisti, anarchici e singole persone che sono venute a dare solidarietà. Numerosa la presenza dal Veneto e del Cpo Gramigna di Padova che ultimamente ha subito un nuovo arresto di un giovane militante.
Gli slogan, la musica, i petardi e i fuochi d’artificio hanno tenuto compagnia fino a pomeriggio ai prigionieri di San Vittore che salutavano e rispondevano attraverso le sbarre delle finestre. Il presidio ha espresso anche la solidarietà ai prigionieri in lotta contro l’ergastolo, in sciopero della fame dal primo dicembre.
Sono state lette numerose lettere dei compagni sotto processo, comunicati di solidarietà e comunicati contro il terrorismo di stato e contro i fascisti. Un lavoratore ha letto un comunicato per esprimere la rabbia e la vicinanza di tutti agli operai della Thissen-Krupp, barbaramente colpiti dal terrorismo dei padroni: le morti sul lavoro a scopo di profitto.
L’arrivo in corteo degli studenti, provenienti dalla manifestazione studentesca indetta per ricordare l’anniversario della strage di stato di Piazza Fontana, ha trasformato il presidio in blocco stradale e successivamente in corteo che ha sfilato fin nelle vicinanze di Piazza Filangeri, entrata dell’aula bunker, dove i fascisti di Forza Nuova avevano promesso un presidio contro il comunismo. Lo striscione che apriva il corteo diceva: “12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2007, il solo terrorismo è quello dello stato! Libertà per i compagni!”.
La giornata di mobilitazione ha raggiunto l’obiettivo di impedire ai fascisti la sceneggiata anticomunista e reazionaria che avevano promesso e ha dato visibilità alla solidarietà di classe che, nonostante tutti i pesanti attacchi repressivi subiti dal 12 febbraio in poi (compresi arresti) si è mostrata rafforzata ed estesa.
La solidarietà fa paura ed è forse per questo che i mass media, che tanto si sono sbizzarriti a scrivere per denigrare i compagni e per dar voce all’accusa, hanno taciuto (tranne per qualche trafiletto) sulla giornata del 12 dicembre a Milano.
I compagni sotto processo non sono criminali isolati come vorrebbero mostrare l’accusa, la stampa, lo stato, i partiti istituzionali, i vertici sindacali.  La giornata del 12 ne è stata un’ulteriore dimostrazione ed è stata anche un momento importante per tutto il movimento di classe che ha opposto resistenza al tentativo di distruggere l’identità dei compagni e di mischiare le carte con la convocazione dell’udienza preliminare proprio nella data simbolo dello stragismo di stato.

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a Milano e a tutti coloro che in altre parti d’Italia, ma anche all’estero, hanno organizzato iniziative non potendo essere presenti.
Le adesioni sono arrivate numerose.

Il solo terrorismo è quello dello stato!
Per i compagni libertà, estendiamo la solidarietà!

Associazione di Solidarietà Parenti e amici degli arrestati il 12/2/2007

Milano 13/12/2007

Ciao
Parto con la cronaca delle prime 2 giornate di udienze.
Qui mi svegliano alle 6, alle 8 partiamo (previa perquisa e baruffa di rito con la scorta per poter portarmi le cicche) e alle 9 siamo a San Vittore. Il 12, arrivando, sono riuscito anche ad intravvedere il presidio fuori dal carcere con gli striscioni. In aula ci sono 8 gabbie, ma noi siamo di più e quindi qualcuno deve stare in compagnia.
Il primo giorno ero con Scanta, Sisi, e Zeb; ieri da solo di fianco a Scanta. I compagni stanno tutti bene, qualcuno un pò smagrito (io sono l'unico che invece di perderli ho messo su chili ... tutti muscoli). Con i compagni delle altre gabbie e con i domiciliati, urlando, si riesce a scambiare qualche battuta anche se ogni tanto qualche agente più zelante tenta di ricordarci che è vietato. Il primo giorno non volevano far parlare gli avvocati con i loro assistiti nelle gabbie. Sono seguite un pò di urla e di casino generale e, alla fine, hanno ripiegato con la scusa che non volevano mostrare il tesserino dell'ordine degli avvocati.
All'inizio è stato chiesto di poter stare tutti insieme; il pm dà parere negativo, dati i divieti di incontro; il giudice la segue. (Ai domiciliati, prima accerchiati ognuno dalla loro scorta, viene permesso di sedersi a fianco dei propri legali). In aula ci sono quasi 100 agenti di polizia penitenziaria e sbirri. All'appello Sisi risponde "presente ... col cuore vicino agli operai uccisi a Torino"; segue applauso nostro ... Boccassini avvelenata. Gli avvocati partono con una serie di eccezioni sulla violazione del diritto alla difesa, tempistica di trasmissione di dati, difetti di notifica, etc…
Sono poi state fatte presenti, da noi e dai legali, varie situazioni di detenzione: Claudio che deve fare su e giù da Livorno, Zeb che a Pavia non gli consegnano il cambio di vestiti che si era portato dietro, Davide Rotondi che non gli hanno fatto fare neanche colazione e non gli danno la fornitura, in aula non possiamo neanche bere un pò d'acqua, siamo sempre separati in varie carceri e, gli avvocati, tra un'udienza e l'altra, non riescono a venirci a trovare tutti, etc ...
La pm insiste sulla nostra pericolosità ("ne sono prova gli ultimi 2 arresti"), attacca gli avvocati su come si muovono ("se volevano il tempo per acquisire gli atti c'era, sono loro che non lavorano bene"), ma toglie il divieto di incontro ("per garantire il diritto alla difesa", cosichè possiamo in futuro essere messi tutti nello stesso carcere).
La Gup ufficializza le posizioni della pm e rigetta tutte le nostre istanze.
Il 2° giorno siamo ancora in gabbie separate, nonostante il cessato divieto d'incontro. Proteste, ma non ci spostano. A Davanzo sequestrano un documento che viene portato al giudice, la pm dice che è un proclama e non vuole che gli venga riconsegnato. La Gup dispone che gli venga restituito solo a udienza finita. Essendo un testo inerente al processo gli avvocati dicono che è violazione del diritto di difesa, sia il sequestro del testo, sia la non possibilità per noi di parlare assieme. Questo, dicono, è un processo politico; e argomentano il concetto. La Boccassini sclera e gli avvocati “le danno carne”; la Gup le dice che deve stare zitta finchè parlano gli avocati (strano!). Cagnara in aula dato che ai fasci si dà il permesso di esprimersi e fare partiti (la Gup concede a Forza Nuova di costituirsi parte civile)… e i comunisti non possono nemmeno tenere documenti politici: si urla dalle gabbie. S'incazza anche la Gup.
Tre avvocati sono bloccati in treno da un incidente ferroviario, quelli in aula gli chiedono di posticipare l'inizio dell'udienza. La Gup non ne vuole sapere e nomina, imponendolo, Pelazza avvocato al posto di Covi, Balbinot e Bonon. Quando questi arrivano invocano il "legittimo impedimento". Si rifà da capo l'udienza solo per i loro 3 assistiti e da lunedì si ripartirà tutti assieme. In sostanza la pm è ben determinata a farci il culo: da pareri negativi su tutto e usa toni arroganti, la Gup pende dalle sue labbra…
Il 2° giorno i nostri legali hanno fatto un buon lavoro sulla questione del processo politico ma l'udienza non è registrata e la Gup ha verbalizzato sinteticamente solo gli aspetti tecnico - legali del dibattito. Comunque, di fatto, le istanze fatte finora dai legali sono state tutte respinte, come da volontà della pm, tranne per il divieto d'incontro che è stato revocato (la pm però, dopo aver letto il documento di Davanzo, ha suggerito alla Gup che, se le prossime volte ci vuole tenere in gabbie assieme, almeno tenga divisi Davanzo, Sisi, Bortolato e Latino: i compagni che si sono dichiarati prigionieri politici).
Forza Nuova, per ora, è l'unica parte civile.
Mi sarò dimenticato di sicuro qualcosa. Seguirà la seconda puntata delle udienze del 17 e del 19. Un saluto a pugno chiuso Max
Alessandria 14/12/2007


Cari compagni e compagne

A pugni chiusi salutiamo voi che state davanti alle porte di San Vittore facendo un presidio in solidarietà con i compagni e la compagna arrestati il 12.2 e trascinati oggi in aula dalla giustizia borghese per l’udienza processo preliminare.
E, con amore rivoluzionario e solidarietà di classe, salutiamo i compagni e la compagna sotto processo e tutti/e colpiti/e dall’ azione controrivoluzionaria “Tramonto”.

La nostra solidarietà è legata all’appello di unire le nostre lotte di classe e rivoluzionarie là dove ognuno di noi è organizzato (Italia, Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Spagna, ..) perché esse (le lotte contro le guerre imperialiste, antifasciste, delle donne proletarie, sindacali, per una prospettiva rivoluzionaria) diventino una lotta comune contro l’intento dello stato borghese di far “terra bruciata” (come espresso dopo gli ultimi arresti di Padova) intorno ad un progetto politico di classe con una chiara prospettiva comunista. La nostra lotta contro l’imperialismo, il capitalismo e per una prospettiva rivoluzionaria deve essere legata a livello internazionale alla resistenza contro questo progetto degli stati borghesi. La controrivoluzione oggi più che mai agisce a livello internazionale, come del resto dimostrato anche dall’operazione Tramonto ( ricordiamo che l’inchiesta si è svolta anche in Svizzera).

Compagne e compagni, operai/e, studenti e militanti dei vari movimenti, alla vostra solidarietà in Piazza aderiscono dall’ estero molti che non hanno la possibilità di essere lì davanti alle porte di San Vittore.

Secours Rouge APAPC (Belgio)
Commissione per un Soccorso Rosso Internazionale
Revolutionärer Aufbau Schweiz
Bloc Marxiste-Leniniste (Belgio)
Netzwerk fur die Freiheit-aller politischen Gefangenen (Germania)
Tayad Kommittee (Berlin)
Marco Camenisch prigionierio rivoluzionario in Svizzera
SOCORRO ROJO INTERNACIONAL, Comités de Catalunya, Euskal Herria, Galicia, Andalucía, Madrid, Burgos, León, Asturies, París y Roma
Revolutionäre Aktion Stuttgart (Germania)
Donne dell’assemblea zurighese per un 8 marzo internazionale e comunista
Ci sono arrivate notizie che in varie città europee ci sono state delle scritte spray e azioni militanti in segno di solidari e che “International platform against isolation” che terrà quest’anno il suo convegno di dicembre a Bruxelles, manda i suoi saluti solidali augurando forza ai compagni e alla compagna trascinate oggi davanti al tribunale borghese di Milano.
Vi salutiamo con le parole di Claudio Latino, militante per la costituzione per il PC p-m in un suo documento politico:  
IL TRAMONTO NON VINCERÀ MAI SULL’ALBA

12.12. 2007 Commissione per un SRI


2° Comunicato dell’Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007 sull’udienza preliminare

L’udienza del 19/12/2007, quarta della preliminare, contro i compagni arrestati nella cosiddetta “Operazione Tramonto”, prevista nel calendario come quella conclusiva, si è invece protratta fino a tardo pomeriggio e si è aggiornata al 21/12.
Le escandescenze della pm Bocassini ogni qualvolta qualcuno, imputato o difensore che sia, pronuncia la parola “processo politico” mettono sempre più chiaramente in luce la profonda natura politica di questo processo.
Nella seconda e terza giornata di udienza sono stati fatti sequestrare agli imputati appunti manoscritti e, più volte, è stata sollevata dagli avvocati la questione della negazione, agli imputati, del diritto alla difesa della propria identità ed è stata fatta la richiesta della restituzione dei materiali.
Nell’udienza del 19/12 la questione è diventata ancor più palese ed ha provocato forti proteste in aula.
Cronaca del 19/12
Di fronte alla possibilità di un’udienza per l’8/1/2008 e al trasferimento, fino a quella data, degli imputati nelle carceri d’origine, intervengono alcuni imputati.
Come parenti facciamo presente che alcuni compagni provengono da carceri distanti come l’Ucciardone o Poggioreale mentre altri, vergognosamente, con gran dispendio di denaro pubblico e con condizioni allucinanti di viaggio, vengono portati, con scorta, ad ogni udienza dalla Toscana, dalle Marche e dal Friuli.
Interviene Scantamburlo Andrea per denunciare le pessime condizioni che si vivono al carcere di San Vittore, dove è stato ricondotto il 27/11/2007 dagli arresti domiciliari che gli erano stati concessi: isolamento, igiene nulla, compagnia di topi e scarafaggi.
Interviene poi Davanzo Alfredo che denuncia l’isolamento in cui si trova dall’arresto mettendo in luce la natura politica di questo barbaro trattamento a cui sono sottoposti molti prigionieri politici in Italia, ma anche in Europa e nel mondo.
Per questo, in appoggio alla mobilitazione proposta da “International Platform against isolation”a sostegno della lotta dei prigionieri turchi, i compagni iniziano uno sciopero della fame e chiedono che tutti gli imputati vengano tolti dall’isolamento.
Davanzo mette inoltre in luce come, sia l’isolamento che il divieto di incontro che la stessa composizione delle gabbie nell’aula, siano un continuo tentativo di attacco politico all’identità dei compagni incarcerati. Al suo gesto di leggere un testo, chiedendone la messa agli atti, scatta immediatamente l’espulsione dall’aula congiuntamente con quella di Sisi Vincenzo che aveva solo detto di lasciarlo parlare.
Anche gli altri imputati se ne vanno per protesta.
Espulsioni immotivate, secondo la difesa, poiché nessun reato è stato commesso e nessuna motivazione plausibile è stata espressa dalla pm.  
Viene eccepita nullità sulla prosecuzione dell’udienza per violazione del diritto di difesa visto l’illegittimo impedimento a due imputati di partecipare al processo e viene richiesta la revoca dell’espulsione. Gli avvocati G. Pelazza e S. Clementi escono dall’aula.
…Escandescenze della pm Bocassini che chiede l’invio di copia degli atti dell’udienza per eseguire segnalazione al Consiglio d’Ordine per il procedimento disciplinare del caso nei confronti dei legali.
L’udienza continua su alcune istanze presentate dagli avvocati per richieste inerenti a concessione di arresti domiciliari e viene aggiornata al 21/12.

La cronaca di questa giornata, come anche quella delle precedenti e, in particolare di quella del 12 dicembre con un’ampia mobilitazione all’esterno dell’aula bunker, sono state censurate dai mass media che tanto avevano scritto per demonizzare i compagni subito dopo gli arresti.
Una dimostrazione questa della paura politica sia della solidarietà sia dell’esempio di compagni che nelle aule dei tribunali non sono disposti a farsi distruggere nella loro dignità e identità piegando la testa.
La paura della parola processo politico da parte della pm Bocassini mette a nudo proprio come questa inchiesta sia un pesantissimo attacco repressivo contro militanti comunisti, compagni di movimento, operai e studenti avanguardie nel posto di lavoro o di studio e, in questo senso, sia un attacco a tutto il movimento di classe.

Invitiamo tutti a diffondere l’informazione su questo processo e a continuare ad estendere la solidarietà.
No all’isolamento! Sosteniamo la lotta dei compagni contro l’isolamento!

Milano 20/12/2007


L’Associazione di Solidarietà Parenti e Amici degli arrestati il 12/2/2007

Comunica che ieri, 21/12/2007, si è svolta l’ultima giornata dell’udienza preliminare.
Tutti i compagni sono stati rinviati a giudizio e la data del processo è stata fissata per il 27 marzo 2008 davanti alla Corte di Assise di Milano.
Sulle richieste riguardanti gli arresti domiciliari e su altre istanze presentate dalla difesa la gup Marina Zelante risponderà nei prossimi giorni.
Ricordiamo che alcuni compagni imputati sono in sciopero della fame contro l’isolamento, in appoggio alla mobilitazione promossa da “International Platforrm against isolation” e perché vengano tolti dall’isolamento tutti i compagni di questa inchiesta.
I compagni ora sono sparsi in numerose carceri in cui sono stati trasferiti in vista dell’udienza preliminare. Nulla si sa su eventuali spostamenti in quanto i giudici hanno disposto che vengano riportati nelle carceri d’origine.
Invitiamo tutti a tenere alta la bandiera della solidarietà scrivendo ai compagni (appena ci saranno trasferimenti faremo avere i nuovi indirizzi), raccogliendo fondi per le spese processuali e per garantire una dignitosa vita all’interno del carcere.
Invitiamo inoltre tutti a iniziare fin da subito a preparare la mobilitazione per il processo che ha mostrato chiaramente, anche nel corso dell’udienza preliminare, il suo carattere politico nonostante il tentativo della pm Bocassini di censurare questa parola dal dibattimento.  
                                                                                                                               
 Milano 22/12/2007

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12 dicembre 1969 12 dicembre 2007
DALLA STRAGE DI STATO ALLO STATO DELLE STRAGI

2700 militari italiani stanno combattendo contro il popolo afghano la loro “guerra umanitaria” assieme agli altri eserciti imperialisti.
E' uno dei fronti della guerra infinita condotta dagli imperialisti, USA in testa, contro i popoli del continente (Asia, Africa, America Latina); prima fase della terza guerra mondiale che ha come obiettivo la nuova spartizione del mondo tra le diverse potenze imperialiste come  già accaduto per la prima e seconda guerra mondiale. Gli italiani con i loro elicotteri d'attacco “mangusta A19” da settembre danno “appoggio tattico ravvicinato” ai reparti angloamericani” e alle truppe ausiliarie dei mercenari AFGAML. Questo vuol dire che ad ogni attacco lanciamo sul “nemico”, cioè sui villaggi dove c'è il sospetto che si annidi la Resistenza, missili e razzi esplosivi, incendiari e perforanti e sparano nastri di proiettili di cambio pesante. Un inferno tecnologico made in Italy contro costruzioni di mattoni e fango.
Squadre speciali antiguerriglia italiane e di consubih (incursori della marina) e dei ROS (reparto operativo speciale dei carabinieri, da maggio affiancano i ranger USA in azioni da rastrellamento utilizzando armi anticarro, artiglieria e mortai e usufruendo dell'”appoggio aereo” di caccia bombardieri F18.
Questa è la concretizzazione della linea pacifista del governo Prodi, linea approvata a suon di votazioni parlamentari dalla cosiddetta  sinistra parlamentare (PRC, PDC, VERDI). Votazioni che hanno approvato, oltre al finanziamento della “missione di pace”, anche l'invio di sistemi d'arma più distruttivi come gli elicotteri Mangusta e gli aerei Predator senza pilota. Tutto ciò accompagnato dalla sottoscrizione di vincoli operativi di urgenza che hanno posto, a tutti gli effetti, le forze d'elite del contingente italiano e le loro dotazioni, così rinforzate, sotto il comando unificato ENDURING FREEDOM, cioè diretta dipendenza dai macellai USA.
Questo è quello che hanno permesso e approvato i “compagni” che sostengono il governo “amico”.
Il governo che, oltre che degli imperialisti USA, é amico solo dei padroni, come hanno ampiamente dimostrato i provvedimenti sulle pensioni e sul lavoro precario, è lo stesso che ha dato il via all'attacco controrivoluzionario del 12 febbraio 2007 e, attraverso la magistratura che gli è più vicina, la procura di Milano, sta istruendo il relativo processo contro di noi.
Decine di inchieste, centinaia di arresti e indagati in tutta Italia, mostrano come viene trattato quello che è oramai un vero fronte interno che è necessario pacificare in funzione della guerra esterna, della guerra imperialista e del suo inevitabile sviluppo.
Questa è la posta in gioco anche nel nostro processo. “Non esiste opposizione a questo stato di cose”, “non esiste alternativa alla guerra”, questo è il messaggio scritto tra le righe dei mandati di cattura e che trasuda dall'ipocrisia dei pacifinti governativi che hanno sulla coscienza il sangue che sta versando il popolo afgano.
L'alternativa è invece la Rivoluzione proletaria ed è proprio questa alternativa che l'operazione repressiva contro di noi cerca di criminalizzare con l'intento di isolare un'avanguardia rivoluzionaria che se ne fa portatrice.
L'udienza preliminare fissata per il 12 dicembre è una coincidenza straordinaria.
Nel 38 esimo anniversario della strage di stato di piazza Fontana lo stesso stato che ha assolto sé stesso, oggi processa chi tiene alta la bandiera della lotta rivoluzionaria contro il capitalismo e l'imperialismo.
La stessa magistratura che ha archiviato il processo sulla strage, mandando assolti gli esecutori fascisti e i servizi segreti al soldo della CIA, organizzatori del massacro di decine di innocenti, oggi vuole condannare avanguardie operaie e proletarie che cercano la via rivoluzionaria per emancipare la loro classe dallo sfruttamento e i popoli dall'oppressione.
Oggi come allora noi ripetiamo:
la strage è di stato
l'unica giustizia è quella proletaria
morte all'imperialismo, libertà ai popoli.
Claudio Latino
Tempo fa, girando per Milano ho notato in un piazzale una via dedicata a un “addetto alla sicurezza” morto in Iraq tempo a dietro, per mano della resistenza.
Già  è curioso dedicare una via a un personaggio con un'attività del genere, ma di che attività si tratta in realtà. Così leggendo qua e là si scopre che a fianco delle truppe di invasione, prevalentemente americane, agiscono in Iraq e anche in Afghanistan, truppe mercenarie, quantificabili in Iraq in alcune migliaia. Si dice fino a ventimila, anch'esse parte integrata della missione di pace ai fini della democrazia di esportazione. Questi fulgidi guerrieri hanno licenza di uccidere e non hanno nemmeno il timore d'incorrere, per particolari nefandezze, in qualche corte marziale. Pericolo per altro piuttosto remoto anche per i mercenari in divisa, militarmente inquadrati. É difficile saperne di più vista la censura imposta su tutto quanto avviene in Iraq, solo ogni tanti si viene a sapere di caduti da questa schiera che fanno tranquillamente in Iraq quanto di più esecrabile e sanzionabile nei paesi d'origine. Come l'Italia che dedica una via, pur periferica, a uno di questa schiera. Tra le altre cose a questi pare che vengano appaltati gli interrogatori, per i quali la tortura, come si sa, è un cardine. Probabilmente il fatto che queste pratiche abbiano per soggetto “arabi”, solleva da molte questioni etiche, anche se in sé l'imperialismo non dovrebbe essere razzista, tant'è vero che ultimamente si è parlato di mercenari nepalesi, filippini e dello Sri Lanka.
Ora nel corso della mia nuova quanto non richiesta esperienza carceraria mi sono imbattuto già in molti presunti “militanti islamici”, non meglio definiti visto il variare di sigle in simbiosi con i mandati di cattura. Mandati di cattura che riguardano il famigerato 270 c.p., cioè associazione sovversiva con il comma 3, introdotto nel 2001. In base a questo articolo si può perseguire chi svolge generiche attività di sostegno alla Resistenza in paesi terzi, raccogliendo fondi, facendone propaganda...Niente di deflagrante per la sana democrazia italiana, se fosse tale...
In realtà si persegue chi semplicemente esprime sostegno alla resistenza di un paese invaso, tra l'altro in forme anche legittime, mentre si omette qualsiasi provvedimento a chi uccide, stupra e tortura, lautamente pagato. Già questo in un paese originato da una stessa pratica in circostanze storiche molto simili dovrebbe parere strano.
In questi processi riguardanti militanti islamici si sfruttano al massimo i termini di carcerazione preventiva, così che quand'anche un imputato venisse riconosciuto non colpevole, si fa anni di carcere e poi viene espulso sul parere del ministero dell'interno, inappellabile. Tutto in genere senza preoccuparsi di avere qualche straccio di prova.
Anche questo dovrebbe essere strano tanto più che nelle aule giudiziarie si imputa di “devastazione e saccheggio”manifestanti antifascisti e antimperialisti, quando si praticano questi in Iraq e Afghanistan con tanto di bandiera e divisa.
Tutte queste cose strane, tutte insieme fanno la normalità di decine di persone senza aver fatto nulla di definito, in un paese che piano piano si trasforma con una forma stato fascista e imperialista.
Opporci a ciò di può e si deve.
Bruno Ghirardi
29 novembre