APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE IL 7 LUGLIO A BERGAMO


IL PROCESSO A CARICO DEI 14 COMPAGNI, ARRESTATI A BERGAMO IL 12 NOVEMBRE SCORSO
ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL SISTEMA CARCERARIO E IN SOLIDARIETÀ AI DETENUTI,
STA VOLGENDO A TERMINE.

La celerità del processo, che si è svolto in 5 udienze, e l’uso indiscriminato
delle misure cautelari (2 compagni per 8 mesi privati della loro libertà
dapprima con misure cautelari trasformatesi poi in 2 mesi di arresti
domiciliari assolutamente preventivi e altri 3 compagni per due mesi con
l’obbligo di dimora), ci impongono serie e improrogabili riflessioni circa
l’inasprimento della repressione, sempre più preventiva, sul territorio
nazionale e la volontà da parte dello stato di colpire la solidarietà militante
portata verso chi viene inquisito o incarcerato.
Gli apparati repressivi sono foraggiati da una “sinistra” che è stata
apertamente collaborazionista prima delle elezioni, ad esempio appoggiando il
pacchetto Pisanu, e che ora si mostra perfettamente in linea con il governo di
destra dimostrando, una volta in più, un’attenzione scientifica rispetto le
varie espressioni di lotta non riconducibili ad aree istituzionali.
Ad essere attaccate duramente e regolarmente sono tutte quelle realtà
rivoluzionarie che, seppur minoritarie, manifestano una capacità politica in
grado di proporre e sostenere importanti percorsi di lotta. Attorno ad esse è
quanto mai necessario mettere a frutto questi importanti percorsi, promuovendo
e sostenendo canali di comunicazione e di reciproco sostegno e solidarietà nei
momenti in cui la repressione si esplicita nel suo massimo grado.
Ne sono l’esempio più eclatante le incarcerazioni e le decine di reati
associativi nei confronti dei compagni anarchici coinvolti nelle inchieste
“Nottetempo”, “Cervantes” e in quella più recente di Pisa e La Spezia,
l’applicazione del 41 bis (carcere duro) a sei prigionieri rivoluzionari delle
Br-Pcc e i numerosi processi politici a carico dei compagni come per i 25
antifascisti prigionieri a Milano da quasi quattro mesi.
L’impennata repressiva è la facciata interna della guerra che le potenze
imperialiste, Usa in primis, stanno conducendo all’esterno contro i popoli che
eroicamente resistono, dall’Iraq all’Afghanistan, dalla Palestina al Kossovo.
La guerra è un tentativo di risollevarsi da una crisi che sta investendo
l’intero sistema capitalista che genera precarietà e malcontento tra le masse.
All’aumento della crisi corrisponde un aumento delle lotte per far fronte alle
quali gli imperialisti devono necessariamente rafforzare i loro strumenti
repressivi a danno di immigrati, lavoratori, compagni e proletari e chi si
organizza al di fuori del controllo partitico e revisionista.


PER QUESTO INVITIAMO TUTTI I COMPAGNI E LE REALTÀ SENSIBILI ALLA QUESTIONE
REPRESSIVA A PARTECIPARE AL PRESIDIO DI SOLIDARIETÀ AI 14 COMPAGNI ARRESTATI
PER I FATTI DI BERGAMO IL PROSSIMO 7 LUGLIO ALLE ORE 8.30 PRESSO IL TRIBUNALE
DI BERGAMO.

CONTRO LA REPRESSIONE NON SI TACE, NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE!
LIBERTÀ PER I 25 ANTIFASCISTI INCARCERATI A MILANO!
LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA, PRATICARLA È NECESSARIO!

Alcuni arrestati a Bergamo il 12 novembre 2005