Chiediamo a tutte le organizzazioni, ai comunisti, agli antifascisti, ai
sinceri democratici di mobilitarsi per contrastare la campagna repressiva
che il pubblico ministero Paolo Giovagnoli sta portando avanti nei confronti
del nostro Partito e del (nuovo) Partito Comunista Italiano (leggi il dossier a cura del CAP, Paris).

Chiediamo di inviare la propria adesione all'appello contro la persecuzione
dei comunisti scrivendo a resistenza@carc.it

CARC Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo

Direzione Nazionale: Via Tanaro 7 – 20128 Milano
Tel. 02.26306454
resistenza@carc.it
www.carc.it

Appello

NO alla persecuzione dei comunisti!


La campagna di persecuzione contro i comunisti avanza nel nostro paese come
in tutta Europa. Ancora una volta la magistratura, nel caso specifico la
Procura della repubblica presso il Tribunale di Bologna, attraverso il
pubblico ministero Paolo Giovagnoli, intenta una nuova caccia alle streghe,
un’operazione di repressione preventiva degna dei tempi del fascismo, contro
il (nuovo) Partito comunista italiano.

Per i prossimi mesi si preparano quindi dai 12 ai 40 arresti di presunti
membri del (nuovo) Partito Comunista Italiano per Associazione sovversiva
(art. 270 bis), imputazione nata nel ventennio fascista con il codice Rocco
e applicata dai Tribunali speciali fascisti per incarcerare centinaia di
comunisti e antifascisti (sulla persecuzione politico-giudiziaria della
“carovana” e del (n)PCI vedere il dossier a cura del Comitato di Aiuto ai
Prigionieri politici del (n)PCI – Parigi, qui allegato).

Denunciamo la campagna che la magistratura, su commissione della banda
Berlusconi prima e oggi con il Governo di centro sinistra, opera da lungo
tempo contro la rinascita del movimento comunista nel nostro paese. Questa è
l’ottava inchiesta aperta a carico della “carovana” che dal 1980 ad oggi ha
lavorato con forza e determinazione alla rinascita del movimento comunista e
alla costruzione di un nuovo partito comunista nel nostro paese. Le
precedenti inchieste si sono sempre concluse con un non luogo a procedere e
con un’archiviazione.

Sappiamo che lo zelante persecutore di turno, Paolo Giovagnoli, già salito
all’onore delle cronache per la sua attività di inquisitore e dispensatore
del reato associativo a Bologna, come ad esempio contro gli studenti, rei di
aver autoridotto la mensa, non si fermerà e cercherà di ottenere, vista la
formalizzazione della chiusura della fase investigativa, gli arresti che
richiede.

Oggi la borghesia attacca apertamente i diritti di espressione,
associazione, organizzazione delle masse popolari. Si delinea sempre più
chiaramente la tendenza “eversiva” della borghesia, a violare
sistematicamente le leggi del suo stesso ordinamento. Con l’alibi della
lotta al terrorismo si giustifica la persecuzione dei comunisti, degli
antimperialisti, degli immigrati, dei rifugiati politici a livello nazionale
e internazionale (sequestri di immigrati, caso Abu Omar, utilizzo
sistematico della tortura, pratica di annientamento contro i prigionieri
rivoluzionari articolo 41/bis, creazioni di polizie parallele,
intercettazioni e schedature di massa, violazione dello statuto di rifugiati
politici, liste nere contro organizzazioni comuniste e antimperialiste).

I tentativi in sede UE di interdire il simbolo della falce e martello,
l’approvazione da parte del Consiglio d’Europa il 25 gennaio scorso della
direttiva Lindblad, sono segnali chiari dell’intenzione della borghesia di
criminalizzare il comunismo e perseguitare chi professa e lavora per la
rinascita del movimento comunista, chi lotta per una società senza più
padroni, senza sfruttamento, miseria e guerra.

A ciò si aggiunge l’accelerazione della repressione nel nostro paese e i
fatti di questi mesi lo dimostrano: gli arresti e le perquisizioni contro i
compagni sardi di A’ Manca pro Indipendentzia, punto di riferimento della
lotta anticoloniale e antimperialista in Sardegna, e la vergognosa sentenza
del Tribunale speciale di Milano contro gli antifascisti milanesi, rei di
aver difeso in piazza i valori della Resistenza e di aver tentato di
impedire una parata nazifascista nella Milano capitale della Resistenza e
della liberazione dal nazifascismo.

Quando esponenti della borghesia (i Ricucci, i Previti, i Vittorio Emanuele,
i Fazio), quelli che loro chiamano vip, cascano, per errore o per lotta
interna tra fazioni, nelle maglie della magistratura la repressione per loro
significa pochi giorni di carcere e nella peggiore delle ipotesi arresti
domiciliari nelle loro lussuose ville, per le masse popolari, per le sue
avanguardie, per i comunisti e gli antifascisti significa mesi e anni di
carcere.

La giustizia della borghesia è la giustizia di una classe che deve difendere
con le unghie e con i denti il proprio potere, privilegi, vizi e immense
ricchezze accumulate sulla fatica e il sangue delle masse popolari.

La persecuzione contro il (n) PCI si inserisce nel clima più generale di
attacco alle conquiste di civiltà e progresso ottenute nel nostro paese dai
comunisti e dalle masse popolari grazie alla Resistenza e alla vittoria sul
nazifascismo. Si inserisce nella tendenza eversiva e reazionaria che la
borghesia mette in campo per cercare di gestire la crisi profonda,
economica, politica e culturale, che la attanaglia.

Per la borghesia contrastare la rinascita del movimento comunista e il
rafforzamento del (n)PCI è il compito centrale nella sua guerra contro le
masse popolari.

Facciamo appello a tutte le organizzazioni comuniste, antimperialiste,
anarchiche, progressiste, ai sinceri democratici, agli organismi e movimenti
di lotta a respingere la campagna in atto di criminalizzazione del
comunismo e di persecuzione dei comunisti..

Invitiamo tutti a esprimersi pubblicamente sull’inchiesta del “novello
Torquemada” Giovagnoli contro il (n)PCI, a inviare telegrammi di protesta
all’indirizzo della Procura di Bologna, Piazza Trento e Trieste, 401347
Bologna, tel. 051201111, fax 051 201948, inviare una e.mail per conoscenza a
liberteprisonniers.npci@yahoo.fr.

A costituire entro settembre un momento nazionale di discussione sulla
situazione repressiva nel nostro paese.

Colpire i comunisti vuol dire colpire le masse popolari, colpire le
conquiste di civiltà e progresso frutto della lotta di liberazione.

CARC Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo

Direzione Nazionale: Via Tanaro 7 – 20128 Milano
Tel. 02.26306454
resistenza@carc.it
www.carc.it

Aderiscono all’appello

aggiornamento a tutto il 13 febbraio 2007