Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

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Direzione Nazionale

 

Comunicato 13 dicembre 2006

 

 

Il compagno Valter resta in libertà!

Una vittoria della mobilitazione comunista e antifascista !!!

 

Il 29 novembre, ha avuto luogo l’udienza che doveva pronunciarsi sul ricorso avanzato dal pubblico ministero Basilone contro la sentenza del tribunale della libertà che aveva respinto la carcerazione preventiva del compagno Valter Ferrarato. Il compagno, membro della DN dei CARC, è stato comunque condannato a 4 anni di carcere per la manifestazione antifascista dell’11 marzo a Milano ed è, come gli altri antifascisti, in attesa di appello. L’intento del ricorso del PM Basilone era quello di far trascorrere a Valter il periodo di attesa di giudizio definitivo in carcere o comunque sottoposto a misure restrittive della sua libertà, come è già per gli altri antifascisti.

L’udienza del tribunale del riesame ha avuto luogo in un aula del tribunale di Milano presidiato all’esterno da una cinquantina di compagni e compagne intervenuti in solidarietà con Valter.

Dopo 10 giorni i giudici del tribunale del riesame hanno rigettato l’appello presentato dal PM ritenendo che non sussistono le motivazioni per attuare misure cautelari nei confronti del compagno Valter. Il tentativo del persecutore di antifascisti Basilone è così andato a vuoto soprattutto grazie alla mobilitazione popolare messa in campo durante e dopo il processo agli antifascisti di Corso Buenos Aires. I giudici, servi della borghesia, hanno dovuto fare i conti con la mobilitazione popolare e rinunciare al perseguimento del loro obbiettivo. Questa piccola vittoria, che si aggiunge alle nove assoluzioni del processo, dimostra che con la mobilitazione organizzata è possibile contrastare con successo i tentativi di repressione e di mobilitazione reazionaria attuati dalla borghesia e dai servi politici dei padroni di turno.

La borghesia imperialista, per perseguire i suoi obiettivi di rapina ha bisogno del consenso di una parte delle masse popolari e, a tale scopo, mobilita masse contro masse, categorie di lavoratori contro altre categorie, cittadini italiani contro i cittadini immigrati, fa leva sui disagi e le preoccupazioni delle masse popolari per riabilitare i suoi servi fascisti che furono battuti e cacciati sessanta anni fa grazie alla guerra partigiana.

In mancanza di questo consenso, la borghesia è costretta a limitare le sue losche operazioni cercando di condurle con mezzi illeciti ed extralegali (come nel caso della persecuzione contro i CARC e i compagni del (n) PCI attuata a livello banditesco da una parte della magistratura italiana e francese) e cercando di tenerle nascoste sotto una coltre di silenzio. La mobilitazione in solidarietà con gli antifascisti dell’11 marzo ha rotto il silenzio con il quale gli zelanti magistrati borghesi avrebbero voluto condurre a termine la loro persecutoria strategia, essi hanno dovuto così rinunciare ad un’ulteriore carcerazione di un altro comunista e antifascista.

Questa piccola vittoria fa parte di una più ampia battaglia per la difesa dei diritti democratici e dell’agibilità politica conquistati con la Resistenza. Questa battaglia passa attraverso la difesa e la solidarietà nei confronti dei comunisti, degli antifascisti e degli antimperialisti che rifiutano di chinare la testa di fronte ai soprusi e alle rapine della borghesia imperialista.

Chiamiamo, quindi, tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei diritti e delle conquiste di civiltà e benessere, a proseguire nel loro impegno e nella loro mobilitazione, a tutti i livelli, in solidarietà e in sostegno dei compagni colpiti dalla repressione.