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2008
Comunicato del 24-1-2008

Si è svolto ieri a Perugia il processo d'Appello ai due
prigionieri politici Avni Er e Zeynep Kiliç che ha visto
confermate le condanne comminate in primo grado a 7 anni di
reclusione per Avni e 5 per Zeynep e  l'espulsione a fine
pena di entrambi dal territorio italiano.

Tra 90 giorni il giudice renderà  pubbliche le motivazioni
della sentenza.

Rifiutati anche gli arresti domiciliari a Zeynep, nonostante
l'espletamento, ad aprile prossimo, dei 4/5 della sua
ingiusta carcerazione.

Questo verdetto, che si è dimostrato essere in maniera
evidentemente un verdetto politico, è stato comminato da
una
Corte d'Appello che ha accolto "per oro colato" le prove
prodotte dagli inquisitori dello Stato fascista turco e
calpestato le norme giuridiche più elementari di uno Stato
di diritto.

A nulla sono valse le argomentazioni e dimostrazioni
articolate dal collegio di difesa dei due prigionieri che
hanno smontato pezzo per pezzo l'impianto accusatorio del
Pubblico Ministero ed evidenziato le incredibili violazioni
procedurali alla base del processo di primo grado.  Tra
esse: la mancata traduzione degli atti di imputazione in
lingua comprensibile agli imputati, che ha leso gravemente
il loro diritto alla difesa l'ammissione in aula di un teste
dell'accusa (l'ufficiale di collegamento turco) a cui è
stato permesso di deporre con il volto celato da un
cappuccio e la cui identità e le cui deposizioni gli
avvocati della difesa hanno dovuto "accettare" senza
possibilità di riscontro alcuno.

Mentre in aula assistevano al processo alcuni compagni e
compagne del Comitato Iqbal Masih, dell'Associazione
Internazionale Dino Frisullo, dei CARC, del Campo
Antimperialista, dell'ASP, del Sindacato Lavoratori in
Lotta
e del Clea di Bruxelles, nella piazza antistante la Camera
della Corte d'Appello si è tenuto, in contemporanea, un
presidio di solidarietà, durante il quale è stata
denunciata la collaborazione del Governo italiano con il Governo
fascista turco,  sono stati lanciati slogans all'indirizzo
di Avni e Zeynep, diffusi circa 400 volantini
d'informazione alla popolazione locale,  raccolte numerose firme contro
l'estradizione ed esposta anche una mostra fotografica sul
massacro dei detenuti politici turchi in lotta contro
l'isolamento nelle prigioni di tipo-F.

La sentenza politica ingiusta comminata a Perugia, ben lungi
dal paralizzarci e indurci alla rassegnazione, deve vederci
ancor più impegnati ed uniti nella mobilitazione a
sostegno della liberazione dei due compagni e contro la loro
estradizione verso la Turchia della tortura e della
violazione dei diritti civili e democratici.

Avni ha reso noto in una lettera, che alleghiamo, che il
28-01-2008 inizierà lo sciopero della fame.

Non accetterà dice, di essere estradato in un paese dove
certamente sarà sottoposto alla tortura, a trattamenti
disumani e degradanti e all'isolamento totale.

Non lasciamolo solo in questa lotta che non è solo sua.

Mobilitiamoci per far sentire la nostra contrarietà agli
sporchi disegni del Governo italiano, di un Governo che
mentre si vanta del ruolo avuto nella promozione e nel
successo della moratoria contro la pena di morte non si fa
scrupolo, contravvenendo alle sue stesse leggi, di
consegnare due oppositori politici nelle mani dei loro
carnefici fascisti.

Ricordiamo che  il 7 di febbraio 2008 la Corte di Cassazione
di Sassari si pronuncerà sulla richiesta di estradizione
in Turchia per Avni.

Invitiamo tutti a partecipare e promuovere un presidio per
tale occasione e a prendere parte ad un'assemblea di
denuncia (preceduta da conferenza stampa) che si svolgerà
a Roma il 1 febbraio prossimo e di cui a breve comunicheremo
notizie più dettagliate.

Libertà per Avni e Zeynep!
No all'estradizione!
Libertà per tutti i prigionieri politici!


Il 17 gennaio 2008 ad Anversa si terrà il nuovo giudizio d'Appello per "il processo DHKP-C".

Ripercorriamo brevemente le tappe di un processo esemplare della deriva securitaria cui conducono le legislazioni
eccezionali applicate e potenziate dopo l'11 settembre:

Il 28 febbraio 2006, il tribunale di Bruges, in Belgio,
condanna in prima istanza la maggioranza di 11 imputati
sospettati di essere membri del DHKP-C (partito comunista
turco inserito nella famigerata lista nera delle
organizzazioni terroristiche) a pene detentive pesanti. Si
utilizza la nuova legislazione "antiterrorismo" per
condannarli con la qualifica di "terroristi", nonostante
essi non abbiano commesso alcun atto violento né in
Belgio, né in Turchia, né altrove.

Fra questi Asoglu Musa, Kaya Saz e Sukriye Akar sono
immediatamente imprigionati nella prigione di Bruges, in
isolamento. Mentre Bahar Kimyongur condannato a quattro anni
di prigione per aver semplicemente tradotto un comunicato e
averlo commentato in occasione di un'intervista televisiva,
resta in libertà.

Il 28 aprile 2006 però, in margine al processo, su denuncia
della polizia belga e in occasione di un suo viaggio in
Olanda egli viene arrestato e rischia l'estradizione verso
la Turchia. Illegalmente. Perché il Belgio non può
estradare i suoi cittadini e Bahar è di nazionalità belga. Dopo 68
giorni di detenzione, egli viene finalmente scarcerato.

Nel settembre 2006 inizia, a Gand, il processo d'Appello.
Il 7 novembre 2006 il verdetto: le condanne di prima istanza
sono mantenute o rafforzate.

" Sukriye Akar: 4 anni (in primo grado: 4)
" Musa Asoglu : 7 anni (6)
" Fehriye Erdal : 4 anni (4)
" Dursun Karatas: 7 anni (5)
" Bahar Kimyongür : 5 anni (4)
" Zerrin Sari: 4 anni (4)
" Kaya Saz : 4 anni (4)

Il 19 aprile 2007 la Corte di Cassazione annulla il verdetto
della Corte d'Appello di Gand. Dichiara illegale la
composizione del tribunale di primo grado, riconoscendo
quindi praticamente che non è stato garantito agli
imputati il diritto ad un equo processo.

Rinvia il processo ad un nuovo tribunale d'Appello e i
prigionieri sono liberati immediatamente.

A settembre e ottobre 2007 si tengono presso la Corte
d'Appello di Anversa una serie di udienze preliminari. Al
termine di queste sedute, la data del processo è
confermata per l'8 novembre 2007.

E in seguito spostata al prossimo 17 gennaio 2007

Traduciamo in allegato l'intervento difensivo di Bahar
Kimyongur dinanzi alla Corte d'Appello di Anversa, del 20
novembre 2007.

Ricordiamo inoltre che anche in Italia il 1 aprile 2004 si
è proceduto all'arresto di due cittadini turchi Avni Er e
Zeynep Kiliç, anch'essi accusati di aver costituito una
cellula terroristica, quale articolazione in Europa
dell'organizzazione turca DHKP-C e come i militanti sotto
processo in Belgio, anch'essi perseguitati in realtà,
per il loro impegno a favore dei prigionieri politici turchi in
sciopero della fame "fino alla morte" contro il
trasferimento nelle prigioni di tipo-F e per la costante
opera di denuncia del carattere fascista dello Stato di
Ankara.

Coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia,
l'operazione giudiziaria del 2004 ha coinvolto, con
rogatoria internazionale, l'Autorità giudiziaria
olandese, belga e tedesca e greca nonché la stessa magistratura
turca che dispose l'arresto di 82 attivisti impegnati nel campo
dei diritti umani e dell'informazione.

Ma di tutti i fermati del 2004 (compresi gli oltre ottanta
turchi) solo Avni e Zeynep sono stati condannati (senza
alcuna prova) e sono tutt'ora in carcere, Avni a Badu é
Carros-Nuoro e Zeynep a Rebibbia- Roma.

Il 20 dicembre 2006 infatti, la Corte di Assise di Perugia
li ha ritenuti responsabili di partecipazione
all'organizzazione DHKP-C, condannandoli rispettivamente
alla pena di 7 e 5 anni di reclusione.

Su Avni e Zeynep pende oggi la minaccia di estradizione
verso la Turchia in violazione del diritto internazionale
che condanna non soltanto i Paesi che ricorrono a tortura e
maltrattamenti, ma anche quei governi che rimpatriano
persone ben conoscendo il rischio di tortura cui esse
vengono così esposte (e il Governo italiano concedendo
l'estradizione consegnerà Avni e Zeynep direttamente
nelle mani dei loro carnefici)

Due date importanti per Avni Er:

Il 23 gennaio prossimo si terrà a Perugia il processo
d'Appello, mentre il 7 febbraio la Corte di Cassazione di
Sassari si pronuncerà sulla sua estradizione.

Invitiamo tutti ad aderire all'Appello "No
all'estradizione di Avni Er e Zeynep Kiliç" mandando una email alla
casella elettronica Ass-solid-prol@libero.it (sito web:
www.avni-zeynep.net) e a mobilitarsi per impedire che le
Autorità italiane procedano oltre nell'attuazione dei
loro criminali disegni..


2007
No all’ estradizione di Avni e Zeynep!

Associazione Solidarietà Proletaria

Continua la campagna di lotta contro l’estradizione dei
prigionieri politici Zeynep Kilic e Avni Er. Chiediamo a
tutti i compagni, agli organismi politici, alle associazioni
e ai singoli di estendere al proprio giro di contatti la
raccolta firme per impedire che Avni e Zeynep dalle galere
del governo Prodi finiscano nelle mani dei torturatori delle
carceri dello Stato reazionario turco. Per dare forza alla
la campagna a favore dei due comunisti in carcere in Italia
dal primo aprile 2004, l’ASP ha pubblicato un sito web
(www.avni-zeynep.net) in cui sarà possibile seguire le
notizie, l’andamento della mobilitazione e le adesioni
all’appello che saranno mano a mano aggiornate. No
all’ estradizione di Avni e Zeynep!

Cari compagni/e
  Sono Avni Er, sono un comunista Turco e mi trovo dal 1° Aprile    2004  nelle carceri italiane. Lo stato turco ha chiesto all'autorità    italiana la mia estradizione. Vi vorrei raccontare quali sono i   motivi  per cui è stata richiesta la mia estradizione e se fosse accolta    ciò    che mi aspetta.
 Quali sono i miei crimini?
   Io sono un comunista. Non posso far passare nel silenzio i  massacri   che avvengono nel mio Paese. Cerco di informare tutti coloro che    difendono i diritti umani nel mondo delle disumane condizioni e  dei  massacri in Turchia. Io sono accusato di aver "protestato"contro   il     ministro estero della Turchia, nel Parlamento Europeo in  Bruxelles.
   Infatti il Ministro turco è stato contestato durante un suo    discorso  in parlamento. Questa protesta era legittima e democratica.
   Mentre lui    faceva il suo discorso, sono stati mostrati alcuni cartelli  riportanti   fotografie dei corpi bruciati dei prigionieri durante uno dei    tanti   attacchi militari nelle carceri turche. Nella fattispecie erano  fotografie del massacro avvenuto nel 1999 in Ankara ordinato dal    governo che il Ministro rappresentava. Tale ferocia doveva essere  denunciata a tutto il mondo. Anche se durante la protesta io non    c'ero  sono totalmente solidale. E' un dovere per tutti coloro che  difendono  i diritti umani e la democrazia protestare contro i massacri    dello  stato fascista turco.
   Il 1° aprile del 2004 sono stato arrestato in Italia con la mia compagna Nazan Ercan. Il nostro arresto fa parte di una strategia
    pianificata dal regime fascista on Turchia con la collaborazione dell'Italia e di altri Paesi europei, in quanto i rapporti
   economici  con il mio paese sono fondamentali al mercato della EU. Dopo  il 1°aprile, giorno del nostro arresto, sono state perquisite in    effetti esclusivamente sedi rappresentative di associazioni democratiche ed uffici stampa, interessate a denunciare ciò che    accadeva(ed accade ancora) in Turchia. Questa operazione è servita, quindi, solo a creare un clima di terrore nei nostri confronti.
   In  Turchia la maggior parte delle persone arrestate sono state  torturate  ed isolate. Falsi indizi sono stati usati dalla polizia turca per    giustificare gli arresti.  Quello che abbiamo vissuto, sulla nostra pelle, il 1°aprile non è  una  novità per noi. Il regime fascista on Turchia usa questa    strategia del  terrore da anni e anni contro i suoi oppositori. La storia della  repubblica Turca è piena di massacri e ferocità. Non voglio   andare    troppo indietro, basta guardare gli ultimi 20-25 anni. in Turchia  abbiamo vissuto 3 golpe. L'ultimo golpe è stato quello del 12   settembre 1980 organizzato dagli USA ed eseguito dai militari. Il  mattino del 12 settembre la popolazione si è svegliata con il    rumore  dei carri armati. Migliaia di rivoluzionari, democratici,  comunisti e  curdi sono stati uccisi nelle strade, imprigionati, sequestrati e    torturati. L'intera Turchia è diventata una caserma militare. Da  tutte  le parti del Paese arrivavano notizie di massacri e torture. Le    carceri sono diventate vere e proprie camere di tortura. Nel 1984 per   protestare contro questa feroce repressione i prigionieri    politici   hanno cominciato uno sciopero della fame a seguito del quale morivano 4 prigionieri. Naturalmente man mano che la resistenza del popolo
   cresceva la repressione si faceva più incalzante e feroce. A causa di una violenta incursione militare dentro una prigione che costò la    vita  di 2 detenuti, seguita dopo poco tempo da un'altra in cui altri 4  prigionieri morirono, nel 1996 i prigionieri politici    cominciarono uno  sciopero della fame per il quale 12 di loro persero la vita. Nel 1999  i militari attaccarono con le armi di nuovo il carcere di Ankara:    10  prigionieri morirono a causa di torture. Vorrei sottolineare che  le  foto mostrate durante l'iniziativa al parlamento Europeo rappresentavano i terribili fatti qui citati.
   Ed ancora: è per questo motivo che lo Stato turco chiede la mia  estradizione. Gli attacchi dello stato fascista turco non si sono mai fermati,    anzi  sono aumentati. In più sono state costruite nuove carceri  d'isolamento. Nell'ottobre del 2000, in segno di protesta contro  l'isolamento e la repressione, i prigionieri hanno comiciato un   nuovo  sciopero della fame. Il 19 dicembre 2000 lo Stato ha inviato le  sue   forze militari ad assaltare 21 carceri ed i massacri si sono  ripetuti:  questa volta altri 28 prigionieri furono trucidati e bruciati  vivi e  centinaia di altri furono gravemente feriti. Durante questa  carneficina i militari hanno usato gas chimico e diverse bombe.  Coloro  che sono sopravissutifurono deportati nelle carceri "tipo F".  Nonostante le loro terribili condizioni fisiche e psichiche hanno  continuato lo sciopero della fame. In 7 anni di resistenza sono morte 122 persone e più di 600 sono rimaste senza memoria a causa della  somministrazione dell'alimentazione forzata.  Quando parliamo dello Stato fascista turco sappiamo quello che  diciamo   e non è un'esagerazione nè demagogia. Turchia è una terra in cui   lo   "Stato" permette ai "cacciatori di teste" fascisti di  collezionare  trofei consitenti in parti mutilate dei corpi dei rivoluzionari  che  lottano per l'indipendenza e l'uguaglianza. Dozzine di  pubblicazioni  ispirate da ideali di uguaglianza, giustizia ed indipendenza  vengono  ritirate e censurate. Migliaia di rivoluzionari, comunisti e  democratici sono uccisi, imprigionati, torturati. 30.000 curdi  sono  stati massacrati e torturati solo per aver rivendicato le proprie  origini e la propria lingua. Questo è lo Stato che ha richiesto  la mia  estradizione.
   La democratizzazione della Turchi è solo bassa demagogia. La  stessa Corte Europea ha condannato varie volte la Turchia per le sue politiche discriminanti e per le ripetute violazioni dei diritti  umani. I rivoluzionari, i democratici non hanno alcune sicurezza  per  le loro vite; noi non abbiamo sicurezza di vita in Turchia.
   Estradando   me l'autorità italiana si assocerà al regime fascista turco   divenendo   responsabile delle torture, dei trattamenti disumani e degradanti    ai   quali verrò sottoposto.
   Per cui sappia l'autorità italiana che se proverà a portarmi contro la   mia volontà, riuscirà solo ad inviare il mio corpo senza vita.

Per scrivergli :
Avni Er via Badu'e carros 1, 08100 Nuoro
la solidarietà è un'arma!


2006
Associazione Solidarietà Proletaria (CARC)

Comunicato 1-1-2006

Auguriamo a tutti i compagni e le compagne un 2006 nel segno di un maggiore slancio nella lotta per la solidarietà di classe e internazionale con i rivoluzionari prigionieri e con tutti i perseguitati politici da parte della borghesia imperialista. Che il 2006 sia l´anno della liberazione del massimo numero di prigionieri politici.

Vogliamo informare i compagni e le compagne su alcune questioni relative ai prigionieri politici per i quali l´ASP si è particolarmente interessata nel corso dell´anno appena trascorso:

1.   Angelo D'Arcangeli (vedi sezione del sito)

2.   sostegno dei comunisti prigionieri del DHKP-C     

L´Anno appena trascorso ha visto l´ASP partecipe nella mobilitazioni di solidarietà anche sul piano internazionale. Il 9 dicembre scorso infatti a Perugia, l´ASP ha partecipato al presidio che si è tenuto in sostegno dei comunisti prigionieri del DHKP-C  Avni Er detenuto nel carcere di Baducarros a Nuoro e Zeynep Kilic rinchiusa nel carcere di Rebibbia a Roma. Il presidio si è tenuto presso il Tribunale di Perugia in occasione di un´ udienza del processo ai due PP, poi rinviata per assenza di un testimone.

Intendiamo come ASP continuare a portare avanti l´appoggio solidale a questi due prigionieri che dal 1° aprile 2004 sono stati imprigionati con la fasulla accusa di attività terroristica (art. cp 270bis). In realtà il DHKP-C è uno dei partiti comunisti che in Turchia lotta alla testa delle masse popolari contro il governo terrorista, fascista e clericale di Erdogan. E´ noto che il governo di Ankara è appoggiato, a livello internazionale, dagli imperialisti USA e Israeliani, che lo foraggiano di armamenti e tecnologie militari soprattutto in funzione di controrivoluzione preventiva interna ed internazionale. Il governo Berlusconi, servo degli imperialisti USA e dei sionisti, non fa altro che sostenere questa politica di contro rivoluzione preventiva soprattutto in funzione anticomunista. Per questo motivo le Autorità italiane hanno collaborato all´arresto dei compagni Avni e Zeynep.

La Turchia è il Paese dove le carceri sono colme di pp. Da alcuni anni un gran numero di questi pp sono caduti (oltre 120 dall´autunno 2000) eroicamente nel corso della lotta contro le prigioni dell´isolamento, le famigerate carceri di “tipo F” volute dalla Commissione europea, come premessa all´accesso della Turchia nella UE.

L´ASP ha portato il proprio contributo alla lotta contro l´ isolamento carcerario partecipando al 4° Simposio promosso dalla Tayad (Associazione dei parenti e amici dei prigionieri politici turchi) che si è tenuto quest´anno a Parigi il 16-17-18 e 19 dicembre. Il Simposio contro l´isolamento carcerario si tiene per commemorare ogni anno il massacro dei pp avvenuto nelle carceri turche il 19 dicembre del 2000, ma fondamentalmente esso si svolge per creare un momento di confronto, di solidarietà internazionale, rafforzare la lotta di resistenza dei pp turchi, e in generale in solidarietà con tutti i prigionieri politici in Europa e nel mondo. In quest´occasione l´ASP ha fatto un rapporto sullo stato della controrivoluzione preventiva in Italia, la persecuzione dei comunisti e tutti gli oppositori dell´ordinamento borghese mascherata da guerra contro il terrorismo. Circa l´isolamento carcerario l´ASP ha fatto conoscere la politica del governo Berlusconi che ha esteso la tortura del 41 bis ai pp delle Br come ulteriore deterrente, ritorsione e accanimento su chi difende l´identità rivoluzionaria e di classe.

L´ASP invita tutti i compagni e i lavoratori avanzati ad esprimere la solidarietà concreta con i pp turchi in Italia, partecipando al presidio che si terrà nuovamente a Perugia in occasione della ripresa del processo ai compagni Avni e Zeynep, il 14 gennaio prossimo. Comunicare all´ASP l´eventuale partecipazione.