ALFA ROMEO DI ARESE:
REINTEGRATO IN FABBRICA
UN COMPAGNO DI LAVORO LICENZIATO DA FIAT POWERTRAIN


Con una sentenza datata 26.10.2006 il giudice del lavoro dott.ssa
Ravazzoni ha reintegrato al posto di lavoro Andriotta Benedetto, difeso
dall'avvocato Mirco Rizzoglio dello Slai Cobas.
Andriotta Benedetto fu licenziato a fine agosto a seguito di una lite
verbale avuta  con un altro lavoratore ed  avvenuta nientemeno che un
mese prima.
Nella sua sentenza il giudice fa rilevare che il provvedimento di
licenziamento è smisurato rispetto ai fatti addebitati ad Andriotta e
che è esagerato privare un lavoratore del proprio posto di lavoro e del
sostentamento solo per una discussione,  e che forse era il caso che da
parte di Fiat Powertrain si fosse proceduto con dei richiami o misure
disciplinari inferiori.
Dopo questa sentenza non sappiamo se la direzione Fiat Powertrain
deciderà di appellarsi, anche se il comportamento  avuto da Powertrain
nei confronti di Andriotta  ci sembra persecutorio e teso a cercare
qualsivoglia  motivazione o fatto per sanzionarlo disciplinarmente.
Questa convinzione la si evince da come è stato montato il tutto, da
come una pur accesa discussione la si sia fatta diventare una
aggressione e da come la Direzione Fiat Powertrain -imperterrita- sia
andata a coinvolgere una serie di testimoni che, tra l'altro, per quanto
è di nostra conoscenza, non hanno visto nessuna aggressione ma solo una
accesa discussione tra lavoratori.
Gli avvocati della Fiat Powertrain, sapendo che gli elementi di accusa
erano troppo deboli, pur di  giustificare il licenziamento, hanno
affermato che esso era stato comminato ad Andriotta per cumulo di
provvedimenti.
A questo proposito c'è da chiarire che due giorni di sospensione gli
erano precedentemente stati dati perché non sapeva dove mettere un
timbro, e altri due giorni di sospensione perché, non avendo ricevuto la
lettera di sospensione, si era presentato scrupolosamente al lavoro.
Questi fatti dimostrano che da parte dell'azienda di fatto vi è un atteg
giamento persecutorio nei confronti di Andriotta e che, attraverso il
suo potere direttivo, Fiat Powertrain sta di fatto esercitando un
mobbing molto pesante per la vita lavorativa del lavoratore e per il suo
unico mezzo di sostentamento.
Invitiamo perciò l'azienda ad avere un atteggiamento più corretto sia
nei confronti di Andriotta che di tutti gli altri lavoratori della Fiat
Powertrain.

Arese, 30-10-2006

Slai Cobas Alfa Romeo