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lotte sindacali e sociali
il rogo della thyssen - krupp links 

CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO
VIA STOPPANI 15 (QUART. SANT’ANNA dietro la p.zza princ.)
ITALIA - 21052 BUSTO ARSIZIO -  VA
(a poca strada dall'uscita autostrada A8 Laghi)


Lotte operaie contro la schiavitù salariale

Sciopero generale, subito! Stop agli omicidi del profitto!
Blocchiamo per un giorno ogni attività . Fermiamo la mano assassina del capitale.
Organizziamoci nei posti di lavoro in comitati autonomi operai con funzioni ispettive. Vogliamo uscire di casa... e
tornarci!

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lunedì, 10 dicembre 2007
Torino, operai manifestano la loro rabbia: lotta, non lutto!

Manifestazione di lotta, non corteo funebre, a Torino

«Assassini, chi mi ridà mio figlio? Dov'erano gli estintori? Assassini». In prima fila nel corteo a Torino,
il papà di Bruno Santino, una delle quattro vittime del rogo alle acciaierie Thyssen-Krupp. Disperato, un giornale in
mano con la foto del figlio, continua a ripetere queste frasi. C’é tanto dolore alla manifestazione di Torino,
ma anche rabbia e qualche tensione con i numerosi cameramen e giornalisti presenti, mentre il corteo sfila nelle vie del centro cittadino con i negozi chiusi per lutto e in un silenzio quasi irreale della città . In piazza almeno 10
mila persone (oltre 20mila secondo gli organizzatori), guidate dagli operai dell'azienda.

La manifestazione doveva concludersi in piazza Castello davanti alla Prefettura con i discorsi dei sindacati metalmeccanici e confederali che sono stati contestati dai lavoratori, così come Bertinotti che si era messo in
mostra in testa al corteo (con il sigaro in bocca). Invece c'è stato un fuori programma: dopo i discorsi di piazza Castello , anzi mentre Rinaldini stava ancora parlando, subissato dai fischi, il corteo si é riformato per raggiungere la
sede della Confindustria torinese, ove sono stati lanciati sassi e uova, al grido di "Assassini!".

Antonio Bocuzzi, delegato Uilm e unico sopravvissuto all'incendio nello stabilimento della ThyssenKrupp, dal
palco allestito a Torino per la manifestazione in ricordo delle vittime dell'acciaieria, ha ricordato l''inferno'
accaduto in fabbrica; e. scandendo uno dopo l'altro i nomi dei quattro amici e colleghi morti nel rogo, Bocuzzi ha
aggiunto: 'L'insulto più grave? Sentire qualcuno che  insinua che la colpa sia di noi operai. Non si rendono conto
dell'orrore delle loro parole. Sapere che quel gigantesco impianto si sarebbe guastato era roba da tecnici,
responsabilità dell'azienda e che adesso non scarichino le loro colpe su noi. Perché sarebbe come uccidere
Antonio, Roberto, Angelo e Bruno una seconda volta'.

Adesione totale, allo stabilimento Tk-Ast di Terni, allo sciopero di otto ore proclamato dai sindacati metalmeccanici
dopo l'incidente sul lavoro avvenuto nel sito torinese. Hanno scioperato anche i dipendenti delle società
controllate, e cioé Tubificio, Titania, Società delle fucine, Aspasiel e Centro finitura, e quelli delle ditte
esterne che di solito lavorano all'interno delle acciaierie ternane. In mattinata, un pullman con una delegazione di
lavoratori della Tk Ast ha raggiunto Torino per prendere parte alla manifestazioni di stamani nel capoluogo
piemontese. Nello stesso autobus anche i lavoratori della Tk di Torino che di recente erano stati trasferiti nella
città umbra in vista della chiusura dello stabilimento piemontese.

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La guerra sul lavoro
"... il regolare tributo di membra umane, mani, braccia, ossa, piedi, teste e facce che viene pagato all'industria
moderna super[a] in quantità quello di molte battaglie reputate fra le più micidiali." (K.Marx, La situazione
delle fabbriche in Gran Bretagna, 1859)

La carneficina quotidiana che insanguina i luoghi di lavoro e le strade risultato dell'organizzazione capitalistica del lavoro e della circolazione. Il governo ha messo in cantiere un nuovo "testo unico sulla sicurezza" nei luoghi di lavoro, ma già con la "finanziaria" ha sospeso i controlli per un anno sulle imprese. Non ci sono "scudi esterni" né
"ispettori" che possano proteggere la salute dei lavoratori. Solo l'organizzazione dei lavoratori può arginare la
carneficina. Costituire i "comitati ispettivi" operai negli ambienti di lavoro e sul territorio. Bloccare il lavoro e la
circolazione in caso di nocività e di pericolo.
Combattere il padronato e il capitale per una società ugualitaria senza sfruttati e sfruttatori